Pescara. Il settore del gioco d’azzardo potrebbe posticipare la sua partita decisiva con il Decreto Dignità. Alcune indiscrezioni riportate da Il Messaggero confermano che si sta pensando di rinviare l’entrata in vigore del divieto di sponsorizzazione, spostandolo dal primo gennaio al 30 giugno. L’idea sarebbe permettere alle squadre e alle emittenti televisive di mantenere il contratto fino a fine stagione, per poi organizzarsi per la successiva con più tempo a disposizione. Alcune previsioni stimano una perdita potenziale di circa 25 milioni di euro, se questo slittamento non si dovesse verificare. Intanto i sei mesi in più possono spianare il terreno all’online.
La strategia adottata dai club potrebbe essere collegare le scommesse sportive al settore “giochi di abilità”, basando la propria argomentazione sul fatto che, al contrario di specialità come le slot machine, la vincita dipende anche dalla scelta del giocatore. Le squadre vorrebbero avere l’opportunità di esporre il marchio dello sponsor, rimanendo disposte a evitare che i propri tesserati compaiano nelle pubblicità. A proposito di spot, una proposta mira a un cambiamento nella realizzazione del breve video, incentrandolo più sul brand che sul prodotto. A livello economico, il mondo dello sport vuole proporre di impiegare una parte degli introiti per l’istituzione di un fondo per la lotta al Gioco d’azzardo patologico. Tutte opzioni che potrebbero essere accettate, permettendo all’industria del gambling per lo meno di guadagnare sei mesi durante i quali pubblicizzare con insistenza l’online, il mercato del futuro.
Il rapporto dell’EGBA, European Gambling and Betting Association, ha rivelato che nel 2017 sono stati persi circa 354 milioni di euro in pagamenti online legati all’azzardo. In totale quindi gli scommettitori perdono in media quasi un milione di euro al giorno, una cifra che lascia immaginare quanto siano importanti gli incassi per il settore. I dati rivelano che sono state concesse in tutto 134 licenze di gioco in 19 stati dell’Unione Europea, con 12 milioni di utenti con un conto online attivo su EGBA. In media ognuno di loro ha puntato circa 10 euro per ogni scommessa sportiva. Se nel 2017 l’online si è attestato più o meno al 20,7% del totale, si prevede che tra un paio d’anni arriverà a un quarto dell’industria. Le scommesse sportive rimangono una specialità molto amata, e basterebbero pochi mesi di pubblicità ben strutturata per aiutare un esodo generale sul digitale. Dal canto suo, internet ha già tutti i mezzi per rimpiazzare il live, con maggiore sicurezza per gli utenti e una minore possibilità di intervento dello Stato.
L’Abruzzo dal canto suo si sta avvicinando progressivamente a una maggiore consapevolezza sul tema del gambling, per quanto in ritardo rispetto ad altre zone d’Italia. La regione ha di recente inviato a 10.000 cittadini circa 80 domande relative alla questione, in modo da avere un quadro più definito. Ricevuto circa un milione dal fondo GAP stanziato dall’Osservatorio, il consiglio abruzzese vuole probabilmente valutare se investirli sulla prevenzione o sulla cura. Al momento la regione non figura tra le più attive nelle scommesse, né per densità né per volume di gioco. L’intervento quindi non sembra strettamente necessario, almeno per ora, ma la rivoluzione promessa dal Decreto Dignità, in qualunque data verrà applicata, potrebbe rimescolare le carte.