L’Aquila. “Lo stato dell’arte è assolutamente positivo, in dieci anni si è fatto tanto: oggi c’è stata una rilettura della verità, finalmente abbiamo detto quello che è la realtà. Spero l’abbiano capito in tanti: invece in questi anni e ancora in questi giorni ci si è ostinati ad una rappresentazione molto diversa dalla verità”. Così l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, l’abruzzese Gianni Letta, facendo il
punto sulla ricostruzione dell’Aquila a margine della celebrazione del decennale del sisma del 6 aprile 2009 che si è svolta nella scuola ispettori della guardia di finanza all’Aquila, quartiere generale nell’emergenza terremoto.
Letta ha difeso anche con toni duri l’operato nel post terremoto e i risultati del governo Berlusconi. Insieme a Letta sono intervenuti il comandante generale delle fiamme gialle Toschi, il capo della polizia, Franco Gabrielli, prefetto dell’Aquila subito dopo il sisma e poi diventato capo della protezione civile al posto di Guido Bertolaso, e l’attuale capo, Angelo Borrelli. In merito alla “rappresentazione distorta della realtà”, Letta ha fatto riferimento “ad alcune trasmissioni televisive, tranne quella di Bruno Vespa che ha fatto un servizio l’altra sera, onesto, facendo parlare le persone”. “Per raccontare la verità, basta vedere la parte ricostruita, la parte in costruzione e i cantieri che ancora ci sono, dei palazzi meravigliosi che sono tornati a vivere.
Il Friuli è un ottimo modello, per esempio si dimentica di dire che i friulani stessi per completare la ricostruzione ci hanno messo venti anni, noi a dieci anni siamo più avanti di quanto non fosse il Friuli dieci anni fa – ha continuato il braccio destro del premier Berlusconi nel post terremoto -. Il vero problema è ridare vigore all’economia aquilana, prendere iniziative, dare forza alle imprese, purtroppo si è aggiunta al terremoto la crisi che ha colpito tutta l’Italia, si vedono palazzi ricostruiti, bellissimi, ma sfitti o vendesi, si vedono negozi belli, moderni ma vuoti”, ha concluso.