Pavia. “So che è capitato anche ad altri ragazzini: dovrebbero fare tutti come me e parlare”. È quanto avrebbe dichiarato al settimanale Giallo un soggetto di cui non si conosce ancora l’identità, parlando di presunti “abusi subiti al santuario di Garlasco quando era un minore.” Lo riferisce il Giornale.
Il Santuario in questione è rimasto coinvolto anni fa in una controversa vicenda giudiziaria. Nel 2014 è balzata infatti agli onori della cronaca l’indagine su un ricatto a sfondo sessuale ai danni dell’allora Rettore della struttura, sacerdote ed esorcista. Due romeni, in seguito condannati per estorsione aggravata, avrebbero richiesto al sacerdote oltre 150 mila Euro per non rendere pubblici dei file audio e video compromettenti.
Il racconto raccolto da Giallo sembrerebbe riferirsi a episodi risalenti a un’epoca precedente. Del resto, a quanto riporta il settimanale, già “nel 2006 i carabinieri e il Vaticano erano stati avvisati da un prete […] di quello che accadeva alle Bozzole. Il Vaticano aveva inviato un suo promotore di giustizia a indagare, ma senza conseguenze.”
Il periodico diretto da Albina Perri pubblica inoltre le dichiarazioni di un avvocato di Vigevano, secondo cui “a Garlasco accadevano fatti incredibili che riguardavano un traffico di minori ed era di dominio pubblico: io stesso ne ho avuto contezza attraverso i procedimenti di cui mi sono occupato.”
In questi mesi, almeno in ambito giornalistico, si è spesso presa in esame l’ipotesi che l’omicidio di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007, possa essere in qualche modo correlato con un giro di pedofilia: chi propone tale scenario prospetta la possibilità che la giovane sia stata uccisa perché venuta a conoscenza di informazioni pericolose. Congettura che si ritiene giustificata dal materiale rinvenuto in una sua chiavetta usb: poco prima di morire, Chiara vi aveva raccolto dei files relativi a ricerche da lei effettuate sulla pedofilia, su abusi sui minori, su delitti insoluti, temi a quanto risulta del tutti estranei ai suoi abituali interessi. Certo, non lo si ribadirà mai abbastanza, la cautela è d’obbligo. Come imprescindibile è la necessità, nello scandagliare le zone d’ombra che ancora gravano sulla vicenda, di attenersi ai dati di fatto, senza lasciarsi abbacinare dalle suggestioni.