L’Aquila. “L’atteso esito sulle verifiche sulla Funivia del Gran Sasso certifica l’ennesimo fallimento di chi amministra il Centro turistico del Gran Sasso e dell’amministrazione comunale”. Lo affermano in una nota i consiglieri comunali all’Aquila del Passo Possibile Elia Serpetti, Emanuela Iorio, Massimo Scimia e Alessandro Tomassoni in relazione ai controlli voluti dal Ministero a seguito di un esposto di un privato in cui si ipotizzavano dubbi sullo scorrimento della fune portante della cabina 1.
“C’è poco da esultare – scrivono – ancor meno da stare tranquilli”. “Le prescrizioni precise e stringenti – prosegue la nota – che impongono il ritorno all’utilizzo della funivia sono da sé una sentenza: un numero ridotto di passeggeri (la metà rispetto al normale), velocità di gran lunga inferiore a prima, le funi, su cui si era incentrata la denuncia di terzi, andranno visionate a ‘occhio’ e con mezzi strumentali fino alla fine della stagione attuale, per poi essere obbligatoriamente sostituite con una spesa di almeno di 3milioni di euro e tempi lunghissimi per un lavoro impegnativo, pena l’utilizzo con ulteriori proroghe che però, verosimilmente, non saranno più concesse”. Una situazione delicata dal punto di vista degli utenti. “A farla breve – scrivono i consiglieri – persino con la riattivazione delle corse, quest’anno salirà a Campo Imperatore meno gente, ci saranno file interminabili per il tempo di attesa che inevitabilmente si creerà, non sarà possibile ottenere un rimborso delle tessere stagionali, validate dall’8 dicembre fino alla chiusura della stagione, anche con la fruibilità del servizio ridotta di diversi mesi nella durata. Ma il vero problema non è tanto questo. Venuti fuori tutti i pericoli insistenti sulla funivia, ci chiediamo: la decisione di dimezzare il carico e la velocità della cabina perché non sono mai state prese prima in via cautelativa? A ottobre, il gruppo consigliare del Passo Possibile aveva chiesto la convocazione di una Prima
Commissione sul mancato rinnovo della convenzione del parcheggio estivo a Campo Imperatore stanti mancate
entrate per circa 100mila euro annue. “Dopo tre mesi nessuna notizia”, sottolineano i consiglieri.