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Funerali con 130 addetti in nero: portavano le bare ma avevano il reddito di cittadinanza

Blitz della guardia di finanza tra le pompe funebri

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
17 Novembre 2022
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Pescara. Erano principalmente giovani disoccupati, in cerca da tempo di lavoro, rassegnati a intraprendere un’attività lavorativo in nero, a volte con il reddito di cittadinanza. Avevano dai 30 ai 50 anni gli impiegati come portatori nelle attività di spallaggio dei funerali della zona, senza contratto e senza tutele.

Uno scenario  emerso nei controlli di 17 aziende del pescarese, effettuati dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Popoli sotto il coordinamento del Comando Provinciale di Pescara nell’ambito di una inchiesta sul fenomeno del lavoro sommerso nel settore delle onoranze funebri del pescarese. E sono stati oltre 130 i dipendenti risultati irregolari nel rapporto di lavoro.

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Di questi, la metà completamente in nero, ed alcuni anche percettori del Reddito di Cittadinanza e delle misure di sostegno emergenziali per Covid-19. Alla fine l’80% delle persone impiegate è risultato non in regola. Tra contributi non versati e ricavi non dichiarati, l’80% del personale utilizzato in quasi 1.500 funerali ispezionati è risultato in nero o “irregolarmente impiegato” dalle ditte esecutrici delle esequie per circa 6.300 giornate lavorative. Le verifiche dei finanzieri hanno coinvolto decine di Comuni dell’entroterra pescarese e si sono basate, in una prima fase, nell’acquisizione dei dati sui funerali celebrati negli anni 2019, 2020 e 2021.

L’operazione della Guardia di Finanza di Pescara, guidata dal colonnello Caputo e dal Reparto di Popoli, che ha scoperto un enorme giro di falsi, lavoro nero, evasione, truffe, nasce da una autonoma iniziativa delle Fiamme Gialle che ha dato vita ad una analisi dei settori economici meno colpiti dal covid, ma che anzi avevano tratto maggiori vantaggi economici dal periodo più buio.

Nel solo settore pescarese il volume d’affari delle circa 20 aziende pompe funebri esaminate nel periodo 2020-2022 è triplicato ed è bastato incrociare banche dati e acquisire i verbali di chiusura feretro stilati dai comuni per far venire fuori un giro che per ora ha portato a multe per 230 mila euro, ma che avrà ricadute anche sul fronte lavoro con la regolarizzazione contributiva dei 130 lavoratori in nero. Tra i trucchi usati anche lavoratori regolari presenti a due funerali contemporaneamente in altri comuni per poter coprire i lavoratori in nero. Emerge così, fanno notare le Fiamme Gialle di Pescara, una economia sommersa, oltre ai vari profili di ordine penale., tra cui l’impatto sui percettori di Rc o di emergenza.

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