Roma. La FSI-USAE evidenzia come la Manovra di Bilancio 2026 confermi la necessità di una profonda revisione del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), sostenendo che il sistema sia ancora gravemente carente di personale, con modelli organizzativi obsoleti e forti disparità tra Nord e Sud. Anche ISTAT e Corte dei Conti confermano tale diagnosi nei loro focus sugli articoli 69-71 della manovra, dedicati al personale sanitario e al rafforzamento complessivo del sistema.
La legge di bilancio 2026 introduce 280 milioni di euro aggiuntivi per l’aumento dell’indennità di specificità sanitaria, già incrementata dalla manovra 2024. Gli importi medi risultano di circa 3.052 euro lordi annui per medici e veterinari, 1.600 euro per gli infermieri e incrementi tra 347 e 700 euro lordi per altre figure sanitarie come operatori socio-sanitari, professioni riabilitative e assistenti sociali. La Corte dei Conti precisa che tali somme rappresentano il consolidamento di incrementi già previsti nel 2024 e che gli interventi economici, pur positivi, non sono pienamente coordinati con il quadro generale del lavoro pubblico.
Secondo il Segretario Generale FSI-USAE, Adamo Bonazzi, le misure non risolvono le criticità strutturali del SSN: “Il sistema resta sotto forte pressione, il personale è insufficiente, i cittadini rinunciano alle cure e le disparità tra Nord e Sud persistono. I modelli organizzativi medico-centrici sono vetusti e inadeguati a fronte della crisi post-Covid, e i vertici tecnici e delle categorie professionali non propongono soluzioni coraggiose”.
Bonazzi sottolinea inoltre come l’aziendalizzazione introdotta con le leggi 502/517 non corrisponda più al dettato costituzionale sulla tutela della salute, creando un sistema insostenibile per medici e utenti. Secondo il sindacato, la sanità italiana necessita di una riforma complessiva, che valorizzi tutto il personale e non solo le élite di alcune categorie, e che affronti con decisione le disuguaglianze territoriali.
In conclusione, la FSI-USAE ribadisce che gli incrementi retributivi previsti dalla manovra, seppur importanti, rappresentano solo un passo parziale: per garantire un SSN efficace e sostenibile è necessario un cambiamento radicale del sistema organizzativo e della gestione del personale.



