Chieti. Non sono state ammesse le costituzioni di parte civile dell’associazione dei consumatori Asso – Consum, e dell’ex dirigente della De Cecco, Antonio Di Mella, dalla cui segnalazione al Nas è partita l’inchiesta, nel processo che dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Chieti vede imputati per frode in commercio Filippo Antonio De Cecco, presidente del Cda della F.lli De Cecco spa, il direttore degli acquisti Mario Aruffo, il direttore della qualità, Vincenzo Villani e, per responsabilità amministrativa, la F.lli De Cecco spa.
Lo ha deciso il giudice Morena Susi sciogliendo la riserva espressa nell’udienza del 3 maggio scorso dal giudice titolare del processo, Giulia Colangeli. Per quanto riguarda Asso Consum, la difesa degli imputati prodotto il provvedimento con cui il Ministero delle Imprese e del Made in Italy a giugno scorso l’ha cancellata dall’elenco delle Associazioni dei consumatori e degli utenti rappresentative a livello nazionale di cui all’articolo 137 del Codice del consumo. Mentre per quel che concerne l’ex dirigente della De Cecco, in sostanza non c’è alcun nesso diretto fra la frode in commercio contestata agli imputati e la pretesa risarcitoria riferibile a Di Mella il quale non figura nella sintetica esposizione del fatto reato operata dal pm come acquirente dei prodotti oggetto di imputazione. I difensori nell’udienza di oggi hanno anticipato eventuale volontà di formalizzare la richiesta di riti alternativi, in particolare di rito abbreviato. Prossima udienza il 31 gennaio 2024.
L’accusa, per gli imputati, è quella di aver posto in commercio, in epoca successiva e prossima al 13 febbraio 2022, alcuni lotti di pasta, per la maggior parte in formato pasta lunga, alimento diverso per qualità in quanto sulle confezioni, recita l’imputazione, era riportato falsamente che la materia prima utilizzata era costituita da grano proveniente da California, Arizona e dall’Italia mentre per il 7% circa, pari a 4.475 tonnellate, era stato impiegato grano proveniente dalla Francia.