L’Aquila. Nella votazione finita sul filo di lana, hanno inciso i tre sì di esponenti di maggioranza di centrosinistra che hanno votato con le opposizioni, i due assessori uscenti della Giunta D’Alfonso, Donato Di Matteo (ex Pd ora Regione Facile) e Andrea Gerosolimo (Abruzzo Civico), e il consigliere di maggioranza Mario Olivieri, anche lui esponente di Abruzzo Civico.
Ha destato la reazione polemica di M5s e Centrodestra il no del presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, che, secondo le opposizioni ha cambiato posizione rispetto all’astensione tenuta nel corso della Giunta per le elezioni dello scorso 26 aprile, che aveva già deliberato la non sussistenza di cause di incompatibilità rinviando la decisione al Consiglio regionale. Da qui la decisione di presentare una mozione di sfiducia nei confronti di Di Pangrazio annunciata dal capogruppo di Forza Italia, Lorenzo Sospiri. Di risposta, Di Pangrazio ha detto che la sua prerogativa “non è quella di stare attaccato alla poltrona ma di gestire nel migliore dei modi il Consiglio regionale. Il presidente ha titolo a dire la sua perché è anche consigliere regionale”. Il voto del presidente del Consiglio regionale ha generato anche un vivace scontro dai banchi delle opposizioni. “Giuda”, gli ha apostrofato il consigliere di Forza Italia, Mauro Febbo. Poi applausi ironici accompagnati da ‘buu’ e ‘vergogna’.