“Ricordiamo che la Regione Abruzzo, competente per la tutela delle acque sotterranee usate a scopi idropotabili, dopo i plurimi esposti del Forum H2O, della Stazione Ornitologica Abruzzese, le manifestazioni e i sit-in dei cittadini e dopo l’indagine della Procura di Teramo che aveva evidenziato gravissime carenze sui sistemi di protezione della qualità delle acque, aveva stabilito che entro il 31/12/2020 quei materiali dovessero essere allontanati dai laboratori di fisica in quanto posti nelle immediate vicinanze dei punti di captazione delle acque che riforniscono gli acquedotti di Teramo e L’Aquila per un totale di oltre mezzo milione di persone.
Ricordiamo che tali sostanze sono state accumulate per condurre gli esperimenti in maniera irregolare in quanto dal 1986 vi era il divieto di stoccare sostanze pericolose nelle vicinanze dei punti di captazione. Inoltre le leggi successive, come l’art.94 del Testo Unico dell’Ambiente D.lgs.152/2006 avevano anche imposto l’allontanamento delle sostanze eventualmente già stoccate. Negli anni questi divieti sono rimasti solo sulla carta e gli enti inerti fino a quando la Mobilitazione dell’Acqua del Gran Sasso e le associazioni hanno posto con forza la loro rimozione dopo i ripetuti casi di rinvenimento nelle acque di sostanze usate nei laboratori.
L’allontanamento dello sostanze, che oggi determinano la classificazione dei laboratori come Impianto a Rischio di Incidente Rilevante in base alla direttiva Seveso, è uno dei punti nodali per ridurre i rischi per l’acquifero e della stessa circolazione stradale (infatti, a causa della presenza dei Laboratori le gallerie del Gran Sasso sono classificate quali “speciali” in base al D.lgs.264/2006 relativo alla sicurezza delle gallerie) .