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Follia a Roccaraso: ecco il proprietario che porta a spasso il cane e… L’orso (video)

Magda Tirabassi di Magda Tirabassi
1 Marzo 2022
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Roccaraso. È diventato virale il video girato a Roccaraso dove si vede l’orso Juan Carrito che gioca con un cane tra la neve, a solo due passi con il proprietario dell’animale che lo tiene sciolto dal guinzaglio.

Quelle che sembrano davvero “scene di ordinaria follia” hanno fatto il giro del web, perché, ancora una volta sono state prima girate e poi pubblicate sui social e sono rimbalzate da una bacheca ad un’altra. E poi anche da una chat di whatsapp all’altra.

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Solo qualche giorno fa era stato pubblicato un video che ritraeva Juan Carrito che si avvicinava di notte ad un cancello dove lo stesso cane che si vede nelle immagini diffuse oggi tra la neve, abbaiava alla vista del plantigrado.

Juan Carrito ancora una volta è stato immortalato con stupore mentre chi aveva lo smartphone tra le mani continuava a ripetere che era bellissimo e che era un cucciolotto. Inquientanti le immagini che ritraggono l’orso, che chiaramente è davvero bellissimo, anche perchè continua a mantenere una stazza molto grande rispetto all’età che ha, a solo pochissimi metri da un uomo.

Anche perché questi, quasi sembra ignorare la pericolosità che invece potrebbe avere il suo incontro ravvicinato con un plantigrado.

Juan Carrito, definito ormai dalla stampa di mezza Italia, come l’orso “star dei social”, è uno dei cuccioli di mamma Orsa Amarena. Un’orsa che li ha cresciuti allattandoli in piazza, a Villalago. Quando è stato lasciato dalla madre, in montagna, come i suoi fratelli, non è rimasto per molto tra vette e neve. Fortemente richiamato e condizionato dall’odore del cibo, è sceso tra i paesi del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e ha cominciato a far parlare di sé. Come tutti gli animali della sua specie è ghiotto di mele, frutta, miele e più di una volta è stato “sorpreso” a caccia di polli e galline dentro alle stalle della Marsica.

Dopo la sua cattura a Carrito, frazione di Ortona dei Marsi, che gli ha dato il nome, è stato allontanato in montagna e dà lì si è scelto la sua dimora: Roccaraso, la famosa località sciistica abruzzese che quest’anno ha visto l’arrivo in massa di turisti. In molti sicuramente attratti anche dalla sua presenza.

Una vera e propria “lotta” per carabinieri del reparto parchi, guardie parco, tecnici e veterinari del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e carabinieri forestali e ora personale del Parco della Majella. Perché se da una parte ci sono i professionisti che sanno cosa fare per dissuaderlo, per allontanarlo, per evitare che attraversi strade e superstrade, dall’altro ci sono centinaia di turisti che lasciano cibo in ogni dove. E così tra cassonetti strabordandi di cibo di ogni genere, sono spuntati anche punti in cui viene lasciato cibo all’orso. Anche un vaso di agli sott’olio è stato ritrovato.

Quando poi è stato catturato di nuovo e portato in montagna per evitare il suo incontro con i turisti arrivati in migliaia a dicembre, c’è stato anche chi è andato a indicargli la strada per tornare con tanto di cumuli di crocchette per cani.

Decine e decine i contenuti dell’ufficio comunicazione del Pnalm per cercare di arrivare a una convivenza sicura tra animale e uomo. Un Parco che ha 100 anni e che ha il compito di curare un animale unico al mondo per le sue caratteristiche e in via d’estinzione. Un animale ch evive in un territorio popolato e non di alta montagna dove i cittadini non lo incontrano mai.

Intervenute spesso anche le associazioni come Salviamo l’orso, per lasciare “vademecum” cartacei nei locali. La stessa associazione ha anche attaccato l’amministrazione comunale per non essere intervenuta in tempo, prima del risveglio dell’orso dallo stato di ibernazione, nella messa in sicurezza dei mastelli in cui vengono conferiti rifiuti.

Di fatto un’ordinanza che vieta di avvicinare l’animale, di filmarlo e di dargli del cibo c’è. Il problema è che non c’è chi fa le sanzioni a chi non la rispetta. Perchè le sanzioni sono impopolari e la politica non le sopporta quasi mai.

E allora non c’è niente da fare. Juan Carrito continua ad essere trattato come l’orso dei cartoni animati. E chi lo riprende e chi lo avvicina (c’è stata anche la spasimante che gli ha gridato “io lo amo lo voglio toccare”) non capisce che l’istinto di un orso, confidente che voglia essere, è quello selvaggio della natura.

 

 

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