Avezzano. Avezzano si è fermata per rendere omaggio a Mattia Gemini, il 32enne ex pugile e titolare di un’officina meccanica, scomparso tragicamente domenica mattina a San Pelino di Avezzano. La cerimonia si è svolta al castello Orsini, dove centinaia di persone si sono radunate per dare il loro ultimo saluto a un uomo che ha lasciato un segno indelebile nella vita di chi lo ha conosciuto.
Piazza Castello si è riempita di volti affranti, lacrime e occhi lucidi, mentre il feretro di Mattia arrivava tra due ali di folla. L’atmosfera carica di emozione, con lunghi applausi che hanno accompagnato il suo ingresso nel castello, dove si sono celebrate le esequie. Amici, parenti, amministratori e cittadini comuni si sono uniti in un momento di profonda commozione. Su un grande schermo le immagini di Mattia sorridente, accompagnate dalla musica che amava, hanno scandito i momenti dell’addio. Un lungo addio che ha messo in luce le qualità straordinarie di Mattia: un sorriso contagioso, una disponibilità senza pari e una bontà d’animo che lo hanno reso amato da tutti. “La sua è stata una denuncia sociale che gli è costata molto perché amava la vita”. “Ha lottato in silenzio. Una società che ha troppo spesso ha fallito per proteggere i più deboli. Nonostante avesse chiesto aiuto il sistema sociosanitario ha fallito”. E’ la denuncia della sorella che punta il dito contro le istituzioni socio-sanitarie che sono state incapaci di aiutare Mattia nel momento del bisogno, una fragilità emotiva e psicologica che il 32enne stava vivendo con la volontà di uscirne presto.
“Mattia si è rivolto privatamente a un medico”. Sono le parole lette in una lettera che è anche una dura denuncia sociale, dalla sorella di Gemini. “Ha cominciato il suo percorso e più volte ha pensato di mollare a causa delle continue assenze di questo professionista alle loro sedute settimanali. Nonostante ciò Mattia ha continuano a credere nel percorso e si è proceduto attraverso il suo medico a un ricovero in una struttura di Senigallia della durata di un mese”. “Mattia era felice come non mai di essere ricoverato”, ha continuato la sorella, “ma martedì 28 gennaio Mattia ci ha chiamati dicendoci che lo avrebbero mandato via, ho chiamato personalmente la primaria del reparto pregandola di non mandare via mio fratello o perlomeno di non lasciare mio fratello da solo una volta uscito perché mio fratello stava male e non avrebbe reagito bene a queste dimissioni precoci, perché Mattia aveva bisogno di una rete di professionisti che non avrebbero dovuto mai lasciarlo solo”.
La scomparsa di Mattia ha colpito non solo chi gli era vicino, ma anche la comunità intera, che ha voluto dimostrare il proprio affetto e rispetto per un uomo che ha dedicato la sua vita alla famiglia e al lavoro, lasciando dietro di sé un vuoto incolmabile. Mattia era un papà devoto di due bimbi, e il suo ricordo vivrà nei cuori di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo. La comunità di Avezzano si è stretta attorno alla famiglia di Mattia, offrendo il proprio sostegno e affetto in questo momento di grande dolore.