L’Aquila. Quali sono state le prime parole pronunciate dal neo eletto presidente di ANCI Abruzzo, Pierluigi Biondi? Qualcuno potrebbe immaginare almeno una garbata preoccupazione per i tagli agli enti locali, dalla quale far conseguire un impegno a tutelare e difendere i Comuni. Invece no. Biondi ha dichiarato testualmente: “Il risanamento dei conti pubblici richiede lo sforzo di tutti, a livello centrale e periferico”. Una dichiarazione che sembra dettata dall’ufficio stampa di Palazzo Chigi.
Questo il commento del Senatore Michele Fina, che prosegue: “L’intervista rilasciata da Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila e responsabile nazionale Enti locali di Fratelli d’Italia, purtroppo conferma tutte le nostre preoccupazioni. Biondi si dimostra subito fazioso sui tagli che il Governo infligge al comparto degli enti locali per i prossimi anni, attribuendoli alla fantasia della sinistra. Peccato che gli atti ufficiali del Governo mostrino chiaramente tagli per gli enti locali italiani e abruzzesi per circa 1 miliardo e 500 milioni di euro nel triennio 2025-2027.
Come si evince dalla tabella estratta dal Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles, infatti, alla manovra 2025 concorrono “misure di revisione, razionalizzazione e rimodulazione delle spese dei Ministeri e degli enti territoriali”. In dettaglio, nella tabella riassuntiva di entrate e spese si prevede il “concorso degli enti territoriali al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica”. Il “contributo richiesto a Regioni, Province e Comuni” ammonta nel 2025 allo 0,037% del PIL, pari a circa 800 milioni di euro. Allo stesso tempo, sono previsti interventi a sostegno della finanza pubblica locale pari allo 0,021% del PIL, circa 450 milioni di euro. Il calcolo è semplice: per il prossimo anno il contributo degli enti locali alla manovra ammonta a circa 350 milioni di euro. E replicando lo stesso calcolo per gli anni successivi si arriva a circa 1,5 miliardi di euro.
A ciò si aggiunga che il Piano strutturale di bilancio, recentemente discusso in Parlamento, prevede un ulteriore contributo da parte dei comuni per contenere la spesa pubblica, in linea con gli obiettivi stabiliti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il PSB specifica anche le modalità con cui questo contributo potrà essere attuato, tra cui maggiori tagli o lo spostamento di risorse dalla parte corrente a quella per investimenti nei bilanci comunali.
Su questo punto, l’ANCI nazionale (che a differenza di Biondi fa il suo mestiere) si è già espressa durante un’audizione parlamentare, chiedendo con forza di scongiurare tali sacrifici per i comuni, già fortemente oberati da tagli e riduzioni di spesa. E Biondi cosa fa di fronte a tutto questo? Nega, minimizza, depista. Potrà in questo modo difendere gli interessi degli amministratori abruzzesi? Noi crediamo di no. Tra la difesa del suo partito e quella dell’ANCI, è evidente che sceglierà sempre la prima opzione, cercando di coprire questa scelta con la portata della sua elezione, che per la prima volta nella storia ha diviso i sindaci d’Abruzzo.
Biondi sostiene che la sua elezione sia un grande successo, ma la verità è che è stato eletto da 180 sindaci su 305, rappresentando solo il 59% dei comuni abruzzesi, con una profonda divisione tra gli amministratori. Non un plebiscito, dunque, come vorrebbe far credere, ma una divisione che avrebbe potuto essere evitata se non vi fosse stata la forzatura imposta da lui e dal suo partito, consentendo ai sindaci di scegliere un candidato meno politicamente caratterizzato, e di rimanere uniti”.