Pescara. Arriva l’ennesima doccia fredda per i lavoratori in appalto trasporto ordinario con ambulanza e soccorritori ASL di Pescara – ex First Aid One – Con l’inchiesta Nazionale delle fiamme gialle salita oggi alla ribalta per tramite degli organi di stampa, lo scenario diventa, se possibile, ancor più tetro.
Questa mattina unitamente alle lavoratrici e lavoratori abbiamo proclamato lo stato di agitazione sindacale e richiesto a Sua Eccellenza il Prefetto di Pescara l’apertura della procedura di raffreddamento, finalizzata alla convocazione di un tavolo urgente con tutte le parti interessate, con la speranza di ricevere una convocazione repentina.
Abbiamo la necessità di avere garanzie per le lavoratrici e lavoratori della ex First Aid One, contestualmente chiediamo delle condizioni di lavoro umane con salari adeguati che riconoscano la dignità di chi oggi, sul nostro territorio, svolge un servizio sociale alla collettività e si mette al servizio delle persone più sfortunate.
Qualora l’esito del confronto non dovesse sortire gli effetti sperati, ci vedremmo liberi di dare seguito allo stato di agitazione sindacale, procedendo al blocco dei supplementari/straordinari fino ad arrivare ad una prima giornata di sciopero.
Questa sera presso il salone Luciano Lama della CGIL di Pescara è stata convocata l’assemblea sindacale di tutte le lavoratrici e lavoratori.
Una situazione difficile che teniamo a ripercorrere nelle tappe più significative.
Conosciamo le lavoratrici e lavoratori della First Aid One Società Cooperativa, in amministrazione giudiziaria, circa due mesi fa. Alcuni di loro si sono presentati presso i nostri uffici descrivendoci un contesto a dir poco surreale. Turni di lavoro di 10 ore con reperibilità H24, il mancato rispetto delle norme di salute e sicurezza, pressioni individuali di ogni genere, salari da fame derivanti dall’applicazione di un Contratto Collettivo Nazionale Lavoro non sottoscritto dalle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative (CCNL indicato nel bando di affidamento ASL), presunte irregolarità sulle buste paga, il tutto contornato dall’incertezza di una garanzia occupazionale precaria.
Questo è lo scenario che ci si è presentato al primo approccio con questi sfortunati lavoratori, eroi durante il periodo del Covid ed eroi nel quotidiano nel prestare assistenza a chi, affetto da gravi patologie, si trovavano a richiedere la loro assistenza. Proprio la loro sensibilità ci ha immediatamente colpiti, sensibilità di chi consapevole che, nonostante fosse sfruttato – nell’indagine del GDF si parla di “caporalato” – ha continuato a svolgere il proprio servizio sociale a disposizione dell’utenza altrettanta sfortunata a causa delle proprie condizioni di salute.
Ci siamo subito attivati riunendo in assemblea le lavoratrici e lavoratori, acquisendo la loro fiducia ed il loro mandato a rappresentarli. Abbiamo nominato la Rappresentanza Sindacale Aziendale, intervenuti su alcune situazioni “anomale” tra cui una sospensione dal rapporto di lavoro con relativa mancata retribuzione e richiesto un incontro urgente alla Cooperativa. Incontro urgente per cui non abbiamo ricevuto alcun riscontro.
In data 28 Giugno u.s. i lavoratori ricevevano comunicazione dell’affitto di ramo di azienda e di conseguenza del proprio rapporto di lavoro ad altra cooperativa, con decorrenza 1° Luglio u.s. ai sensi e per effetto dell’ex art.2112 c.c., quindi con solo due giorni di preavviso. Senza che né la scrivente O.S. né la Rappresentanza Sindacale Aziendale costituita ricevesse alcuna comunicazione preventiva ai sensi dell’art. 47 della Legge 428 del 29.12.1990. Soprattutto, senza il minimo rispetto delle tempistiche perentorie previste, la cui norma identifica nei 25 giorni antecedenti l’effettiva decorrenza del passaggio. Solo successivamente alla nostra insistenza in data 07 Luglio u.s., quindi ad operazione già avvenuta, la Rappresentanza Sindacale Aziendale riceveva la suddetta comunicazione.
Come Filcams CGIL di Pescara abbiamo immediatamente richiesto un tavolo alla ASL di Pescara pretendendo la presenza di tutte le parti coinvolte (stazione appaltante, cedente e cessionaria) al fine di avere chiarezza sull’operazione e sulla garanzia occupazionale delle lavoratrici e lavoratori, tavolo che la ASL convocava in data 18 Luglio u.s., in cui la cedente e cessionaria partecipavano con un collegamento in remoto, collegamento per altro estremamente precario con continue interruzioni, il cui esito, a nostro avviso, non forniva la necessaria chiarezza sulle garanzie contrattuali e occupazionali dei nostri rappresentati.