L’Aquila. Un’emergenza sanitaria che non ha dimenticato i mali del passato: le malattie che colpiscono ogni giorno i cittadini italiani e del mondo. Risulta necessario per il presidente di Fnomceo Filippo Anelli chiudere gli hub vaccinali anti-Covid19 e liberare risorse. È questa, per Anelli, la chiave per abbattere le liste d’attesa, come prevede il DL Sostegni bis, e “fermare così quella che definisce la ‘pandemia silenziosa’: l’insieme di tutte le altre malattie, che non sono Covid, ma delle quali il Covid ha ritardato diagnosi e cura. Patologie cardiovascolari, tumori, diabete, malattie psichiatriche, neurodegenerative. Patologie acute e croniche, non meno gravi del Covid, con esiti spesso mortali. Che non sono individuate in fase precoce oppure sono curate male, perché tutto il personale è dirottato sull’emergenza: sulla cura del Covid, o, appunto, sulla vaccinazione negli hub”.
“È arrivato il momento di programmare la chiusura degli hub, e organizzare un modello diverso di vaccinazioni: quello che il Generale Figliuolo ha chiamato la vaccinazione delocalizzata, prossima al cittadino”, afferma Anelli,”i presupposti ci sono tutti: c’è la volontà da parte del commissario e del Governo di riportare le vaccinazioni sul territorio, in una strategia a lungo termine e non più emergenziale; c’è la necessità e l’urgenza di ridurre le liste d’attesa, stanziando anche risorse ad hoc. E c’è il quadro epidemiologico in netto miglioramento, grazie soprattutto all’avanzamento della campagna vaccinale”. Gli hub, rileva il presidente di Fnomceo, “hanno permesso, in questa prima fase, di procedere rapidamente con la campagna, grazie all’impegno dei medici, infermieri e degli altri operatori sanitari. Ma hanno sottratto e stanno sottraendo risorse sia dal punto di vista economico – affitto delle strutture, gestione organizzativa, retribuzione del personale – sia, soprattutto, da quello del capitale umano che viene dirottato dai suoi compiti abituali: e così le liste d’attesa aumentano. E, alla fine della pandemia, ci troveremo a contare, accanto alle vittime del Covid, quelle della pandemia silenziosa: le vittime dei tumori non diagnosticati in tempo, degli infarti non curati, del diabete trascurato, del disagio psicologico sommerso”.
Dunque, sottolinea Filippo Anelli: “Bisogna riportare le vaccinazioni sul territorio, negli studi medici, o anche a domicilio, ridandole in mano ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta, agli specialisti ambulatoriali, ai medici di continuità assistenziale, agli odontoiatri affiancati da un infermiere. Il modello deve essere quello, che ha retto alla prova del tempo, della vaccinazione stagionale contro l’influenza. Unito però a quello dei microteam, per una più efficace ed efficiente organizzazione. E’ il momento di raccogliere, ancora una volta, le forze e riorganizzare la normalità, ponendo fine sia alla pandemia di Covid sia alla pandemia silenziosa delle altre patologie”.