L’Aquila. È con dolore e profonda commozione che Federmanager Abruzzo e Molise saluta Irini Pervolaraki, manager di altissimo profilo, colonna dell’associazione di cui è vicepresidente e punto di riferimento per la promozione dell’innovazione e della leadership femminile.
“In queste ore difficili – dichiara la presidente Franca Camplone – voglio esprimere il mio cordoglio e quello di tutta Federmanager per l’improvvisa scomparsa di Irini. Se ne va una donna di straordinaria competenza, un’ingegnera dalla visione aperta, internazionale, capace di portare valore e concretezza in ogni progetto che ha guidato. Con passione, metodo e tenacia ha saputo affermare risultati importanti, contribuendo allo sviluppo di imprese nazionali e internazionali. Irini ha incarnato al meglio lo spirito del gruppo Minerva, che aveva fondato insieme a noi e di cui era diventata con merito parte del direttivo nazionale e coordinatrice regionale, perché il valore delle donne fosse riconosciuto sempre e comunque e non fosse considerato “aggiunto”. Greca di origine, ma pescarese d’adozione, maestra del lavoro, ha lasciato un segno indelebile nel mondo industriale, distinguendosi prima in Pirelli Trasmissioni Industriali, poi in Dayco, ricoprendo sempre ruoli apicali e costruendo una carriera fatta di competenza e determinazione, anche in molte realtà economiche e industriali del territorio. È stata tra le prime a comprendere il valore strategico dell’innovazione tecnologica per le PMI, supportandole come temporary e innovation manager. Il suo impegno dentro e fuori Federmanager ha contribuito ad accrescere la credibilità e il prestigio della nostra realtà associativa a livello nazionale. Alla sua famiglia, ai colleghi e a tutti coloro che le hanno voluto bene, rivolgiamo un pensiero affettuoso e un abbraccio sincero. La sua eredità di valori, passione e intelligenza resteranno con noi e con tutte le realtà con cui li ha condivisi, compresa la comunità scolastica che l’ha vista come interlocutrice sia sui temi della tecnologia che erano il suo pane, sia per quelli inerenti la parità di genere per cui è stata e rimarrà sempre uno dei nomi di trincea”.