Chieti. “Nella prima seduta utile convocherò il direttore sanitario della Asl Lanciano Vasto Chieti, dottor Orsatti, per chiedere spiegazioni e conoscere le motivazioni per cui non è stato ancora preso in carico, presso la struttura riabilitativa indicata, un piccolo paziente affetto dal disturbo dello spettro autistico”. Lo annuncia in una nota il presidente della Commissione Vigilanza in Consiglio regionale d’Abruzzo, Mauro Febbo. “Altrimenti sarò costretto a sollecitare l’intervento della Magistratura”. Si tratta, spiega Febbo nella nota, di un bambino di 3 anni “con un autismo molto marcato e più volte valutato con diagnosi di autismo grave. Il 10 agosto scorso è stato visitato e valutato dall’Unità di Valutazione Multimediale (UVM) del distretto di San Salvo dove veniva prescritta e autorizzata l’attività riabilitativa semi-residenziale intensiva presso la struttura specifica nello stesso distretto. Poi è stato valutato dal Centro Regionale di riferimento per l’Autismo (Crra) che riscontrava un peggioramento marcato e la necessità di un intervento immediato a tutela della salute del bimbo e dei famigliari. Lo scorso 3 ottobre il legale dell’associazione Autismo Abruzzo ha inviato formale diffida alla Asl di Chieti e alla Regione Abruzzo affinché si giungesse a un rapido avvio delle terapie garantite dalla legge 134/2015 e dai nuovi LEA che includono l’autismo tra le tipologie di disabilità garantite a carico del sistema pubblico.
A questa specifica diffida la Asl di Chieti risponde con una nota del direttore sanitario Orsatti che relaziona sull’accaduto riportando in effetti problemi e ritardi circa la presa in carico del bambino, ma non espone alcuna proposta”. Il servizio ispettivo della Regione, riepiloga ancora il consigliere regionale, torna a chiedere una pronta attuazione della legislazione vigente e della nota commissariale del 13 settembre 2016, “ma a tutt’oggi nessuna azione è stata garantita sia al bambino sia alla sua famiglia”. “Nonostante la condizione di gravità del piccolo paziente, nonostante una legge nazionale specifica, nonostante i nuovi LEA, una nota del Commissario per la sanità, un certificato del Crra, una prescrizione dell’Uvm e due note di sollecito del Servizio Ispettivo della Regione ¬ conclude ¬ non si riesce a garantire il diritto alla cura a un bambino”.