Bucchianico. Spegniamo la realtà e accendiamo le favole. Un tempo nell’oscurità della sera vi era odierno narrare delle fiabe e, nell’atmosfera di una calda fiammella traballante data da una candela o talvolta, da un bel caminetto acceso che infondeva del buon tepore, la quiete avanzava nella fantasia e nella creatività di storie dalla buona morale, forgiando bensì, i più piccoli all’educazione e al buon esempio da fissare a mente, come fosse un inchiostro indelebile sulle loro coscienze.
“La martavella” è un libro senza tempo, dove il classico, diffonde la parola “sempre”, poiché si tratta di una pregevole raccolta di antiche fiabe abruzzesi che, attenzionate con cura da Michela Di Lanzo, sono riemerse in un volume incantevolmente illustrato dalla stessa e, di cui, la prima raccolta venne prodotta da Antonio De Nino nel lontano 1883. La parola “martavella” che annuncia la titolazione del volume, indica un particolare retino da pesca utilizzato nei laghi o nei guadi lungo il fiume. Questo termine, ormai in disuso, riemerge solo nel folclore orale e nel libro ci induce ad una favoleggiante complicità verso le fiabe, come a volerle “irretire”.
Nove storie dei secoli scorsi ci intrattengono in coinvolgenti trame e, con la suggestione narrante delle illustrazioni di Di Lanzo, si entra in una dimensione immaginaria che ci conduce dai fantasiosi galletti dalla grande astuzia, alle amate favole sulle romantiche fanciulle coinvolte nei giardini fatati, per poi allietare la lettura con dei cuochi dai molteplici talenti e, continuando la raccolta, troveremo dei fattori in sella a cavalli magici e degli intrepidi eroi. Inoltre, lasciando spazio alla creatività di un tempo, saranno protagonisti anche dei gatti ingegnosi e rancorosi, dei pesci magici, dei cappelli che nascondono una incredibile fortuna e tuttavia, persino dei macabri omicidi.
D’altro canto, come sosteneva lo scrittore Aldo Busi: “La vita ha le parole che può, la fiaba le parole che deve” e sulla base di questa saggia contemplazione possiamo introiettarne delle sane cognizioni verso la vita al fine di racchiudere, come tesorieri, dei grandi messaggi introspettivi, definendo l’essenza di ognuno di noi in quelle realtà riassunte dalle fiabe e che traducono il bene e il male del nostro vissuto.