Chieti. Coldiretti Chieti esprime sconcerto per quanto accaduto nel corso dell’ultima seduta dell’Atc chietino-lancianese in riferimento alla problematica relativa alla fauna selvatica. Nel corso del comitato è stato infatti rimesso in discussione il Protocollo di intesa sulla gestione dei cinghiali che, siglato il 19 febbraio da Provincia di Chieti e Atc chietino-lancianese (dopo la votazione unanime dei componenti dell’ambito territoriale di caccia), prevede sia l’attività di selecontrollo (attraverso recinzioni elettriche e dissuasori) sia l’abbattimento selettivo degli animali selvatici che procurano tanto danno a coltivazioni e imprese agricole. In sostanza, approfittando dell’assenza di uno dei due componenti di Coldiretti e nonostante l’opposizione dell’altro, il Comitato ha votato la sospensione dell’attività di abbattimento prevista dal Protocollo di intesa, pur non essendo tale argomento all’ordine del giorno. Un vero e proprio “colpo di mano” – peraltro sostenuto dalle altre associazioni di categoria – che aggraverà la situazione già drammatica dei tantissimi imprenditori agricoli danneggiati dalle incursioni dei selvatici. “Siamo tornati al punto di partenza, è stato letteralmente azzerato il primo traguardo raggiunto in provincia di Chieti per la soluzione di un problema annoso e terribile – evidenzia il direttore di Coldiretti Chieti Giordano Nasini – ma ciò che ci sconcerta maggiormente è l’ambiguità con cui è stato trattato tale argomento in seno al Comitato”. Gli fa eco il presidente Sandro Polidoro. “Per quanto ci riguarda – evidenzia Polidoro -come già fatto in occasione dell’approvazione del Regolamento regionale sulla fauna selvatica, sul quale abbiamo espresso le nostre perplessità, continuiamo con coerenza con la nostra posizione ribadendo che, sui cinghiali, ci sono necessità su cui non si può continuare a soprassedere”. A questo punto però, evidenziano i vertici di Coldiretti Chieti, è legittimo chiedersi da che parte stanno le altre organizzazioni agricole che hanno appoggiato la sospensione. “Chiediamo – conclude Nasini -l’annullamento della delibera sulla quale abbiamo seri dubbi di legittimità”.