L’Aquila. “Nessuna tregua agli spacciatori”: questa mattina, la squadra mobile della polizia dell’Aquila ha condotto in carcere P.F., cinquantenne nato a Viterbo e da tempo residente all’Aquila, un soggetto al centro di una vasta operazione antidroga.
Il gip Stefano Iannaccone, su richiesta dei sostituti procuratori Fabio Picuti e Roberta D’Avolio, ha infatti emesso un’ordinanza di misura cautelare di custodia in carcere nei confronti di P.F. Le indagini, che si collocano nell’ambito della lotta allo spaccio promossa dalla questura dell’Aquila, hanno avuto inizio nel 2018, con la morte di un trentenne e un cinquantenne aquilani, deceduti per l’assunzione di eroina e un mix di psicofarmaci.
Le indagini della sezione antidroga, attraverso numerose testimonianze, sia di tossicodipendenti che di personale medico, attività tecniche, appostamenti e pedinamenti, hanno permesso di acquisire precisi, oggettivi e gravi indizi di colpevolezza nei confronti di P.F., in ordine alla commissione di numerose cessioni di droghe e di farmaci psicoattivi, tra cui quelle, rivelatesi fatali, effettuate verso le due persone decedute. Gli investigatori della squadra mobile, con l’aiuto delle strutture sanitarie, hanno verificato un elevato numero di prescrizioni e ricette mediche; alcune di queste ricette sono state contraffatte dall’indagato e poi utilizzate per l’acquisto dei predetti psicofarmaci, tra cui l’ossicodone, un’oppioide simile a morfina e codeina: sostanza, tra l’altro, rinvenuta durante l’autopsia dei due defunti.
La successiva perquisizione personale domiciliare dell’indagato ha, inoltre, consentito di rinvenire in suo possesso alcune ricette mediche, alterate, relative proprio a farmaci psicoattivi, che l’uomo riusciva a reperire anche grazie al fatto di essersi riuscito a inserire in un gruppo di persone in cura presso strutture locali, offrendo loro sostanza stupefacente.
L’applicazione della misura cautelare, pertanto, è stata suggerita come assolutamente necessaria dalla squadra mobile alla procura della repubblica aquilana che, sulla base delle indagini, ne ha richiesto l’emissione al gip allo scopo di arginare la pericolosità dell’indagato e interromperne l’attività di spaccio che, proprio perché rivolta anche a soggetti fragili, avrebbe potuto provocare, come già accaduto nel recente passato, conseguenze irreversibili per la salute dei “clienti”. Il coordinamento delle investigazioni operato dai sostituti procuratori titolari delle indagini e la dedizione e caparbietà dimostrata dai poliziotti della sezione antidroga hanno portato, nonostante la complessità delle attività di accertamento effettuate, alla scoperta di un solido quadro indiziario nei confronti dell’indagato.
L’arrestato, che annovera numerosi e variegati precedenti penali, tra cui quelli relativi alla commercializzazione di sostanze stupefacenti, è stato rintracciato, questa mattina, in una frazione del comune dell’Aquila e poi condotto presso la locale casa circondariale a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Il questore dell’Aquila, Gennaro Capoluongo, nell’esprimere la propria soddisfazione per l’ottimo risultato conseguito, ha voluto sottolineare come, anche e soprattutto in questo delicato e difficile momento che l’intero Paese sta vivendo, l’azione della polizia di Stato è sempre rivolta all’adempimento scrupoloso e costante dei doveri di protezione dei cittadini, di salvaguardia dell’ordinata convivenza civile e della prevenzione e repressione dei fenomeni delittuosi. Ne sono prova, tra l’altro, le numerose segnalazioni della squadra mobile aquilana nei confronti di soggetti ritenuti responsabili di delitti riconducibili alla sfera dello spaccio di stupefacenti, molti dei quali poi destinatari di misure cautelari da parte dell’autorità giudiziaria.



