L’Aquila. Qualche giorno fa gli inquirenti avevano perquisito la sua casa di Roma e l’ufficio al ministero dell’Istruzione a Viale Trastevere dove ha fatto tutta la sua carriera fino a diventare capo del dipartimento per le Risorse Umane, finanziarie e strumentali.
L’altro giorno, dopo un incontro con il suo avvocato, Giovanna Boda, 47 anni, si è lanciata dalla finestra del secondo piano nel cortile di uno dei palazzi di Piazza della Libertà.
Moglie del procuratore capo di Chieti Francesco Testa, Boda ha avuto un rapporto stretto con l’Abruzzo: entrata in viale Trastevere nel 1999, nel 2011 è stata nominata direttore dell’Ufficio scolastico regionale per l’Abruzzo dove aveva già operato a seguito del terremoto del 2009, coordinando gli interventi volti al recupero dell’attività scolastica.
Ora è ricoverata in gravissime condizioni al Gemelli di Roma.
Nei suoi confronti, le accuse ipotizzate dai magistrati Paolo Ielo e Carlo Villani, parlano di corruzione.
Stando al decreto di perquisizione Boda avrebbe ricevuto 679 mila euro per «l’esercizio delle sue funzioni e/o dei suoi poteri». Soldi versati da Federico Bianchi di Castelbianco, legale rappresentante dell’«Istituto di Ortofonologia» nonché «socio e amministratore di fatto della Com.E Comunicazione & Editoria» ed editore dell’agenzia di stampa Dire specializzata anche in scuola e giovani. Sarebbero serviti per ottenere appalti dal ministero del valore di 39 mila 500 euro ciascuno.
Il numero degli incarichi assegnati non è precisato, gli investigatori cercavano diverse commesse. Con cinque pagine di decreto avevano chiesto a Boda, indagata assieme a Bianchi Di Castelbianco e alla sua collaboratrice Valentina Franco («consapevole del pactum sceleris», si legge nel verbale) di consegnare telefoni e computer.
Boda in questi giorni stava lavorando al tavolo per l’apertura delle scuole durante l’estate per i recuperi degli studenti in Dad.
In Abruzzo e ad Amatrice viene ricordata per essere stata molto attiva nel mondo della scuola: dopo i terremoti si presentava nelle scuole allestite nei capannoni per assicurarsi che tutto procedesse bene per gli studenti e che potessero studiare e ritrovarsi in sicurezza. Attiva sui temi della disabilità e dell’inclusione, ha curato la scuola in ospedale per i bambini malati.