L’Aquila. Cgil, Cisl e Ugl denunciano che da ormai nove mesi i nove dipendenti della Euroservizi.Prov.Aq Spa, società in house della Provincia dell’Aquila finalizzata agli acquisti, in liquidazione, ma con il tentativo da parte dell’Ente “di riportarla in bonis” non percepiscono alcuno stipendio “con un grave disagio economico e sociale degli stessi lavoratori”. In una nota i sindacati accusano la Regione Abruzzo che avrebbe dovuto acquisire la Spa pubblica e poi non lo ha fatto, sottolineando anche discriminazioni rispetto a casi analoghi. “A questa situazione si è giunti a causa delle ripetute inadempienze della Regione che ha dapprima recepito pienamente la cosiddetta Legge Delrio, che prevedeva il passaggio dalla Provincia all’ente regionale proprio di quelle funzioni esercitate dalla Euroservizi Spa, tanto da sottoscrivere un accordo con la stessa Provincia, successivamente pubblicato sul Bura”, spiegano i tre sindacati.
“Proprio la Regione ha successivamente disatteso ogni impegno preso e quanto sancito dalla legge esponendo l’Ente stesso a gravi ripercussioni di natura legale, che fin da ora annunciamo, qualora fossero accertate, vedrebbero ingenti somme a carico della Regione e di chi se n’è reso responsabile”. La Provincia dell’Aquila ha posto in liquidazione Euroservizi, ma ora sta tentando “di procedere alla rimessa in bonis della società per il salvataggio dei posti di lavoro, richiedendo un ulteriore tavolo istituzionale presso la Regione Abruzzo”. Cgil, Cisl e Ugl annunciano di aver fatto un accesso agli atti in Provincia “per valutare le precedenti gestioni della Euroservizi.Prov.AQ SpA, ente strumentale per acquisti, con la nomina di un direttore, anche se solo con solo una decina di dipendenti, con elevati costi di gestione e di consulenze esterne a carico della società”. Le segretarie sindacali chiedono che “vadano individuate le responsabilità del dissesto societario e di coloro che non si sono occupati delle difficoltà dei nove dipendenti e delle loro famiglie e che non sono riusciti a far rispettare le indicazioni normative del precedente governo, esponendo gli Enti a gravi contenziosi, con oneri a carico della collettività”.