Teramo. Non solo amministratori locali, dirigenti di partito, militanti o candidati: in queste prime settimane di campagna elettorale, al centro degli incontri di Nicola D’Ambrosio, candidato abruzzese di Fratelli d’Italia alle Elezioni Europee dell’8-9 giugno, ampio spazio è stato riservato all’ascolto del mondo produttivo. Visite ad aziende e confronti serrati con imprenditori del territorio, per “raccogliere le istanze più sentite rafforzando così le battaglie presenti e future del partito”, spiega D’Ambrosio, secondo cui “la fiducia nei confronti di Fratelli d’Italia da parte del settore industriale è palpabile e cresce di giorno in giorno”.
Il merito, per il 33enne teatino candidato di FdI, è “delle battaglie poste in essere in questi anni dalla nostra piccola truppa di europarlamentari, contro le follie di una UE che tende sempre più a regolamentare le nostre vite: da che cibo mangiare e quindi produrre, a che tipi di investimenti fare nelle nostre imprese; da come lavorare i nostri terreni agricoli a quale macchina acquistare, si pensi allo stop nel 2035 alla produzione di auto a motore endotermico che ha creato, anche in Abruzzo, difficoltà non trascurabili per il settore automotive. Basta criminalizzare gli imprenditori: tanti di loro sono i primi ad avere a cuore l’ambiente e la qualità dei propri prodotti emblema del Made in Italy”, dice in riferimento ad un percorso tra aziende agricole, di allevamento ittico biologico e di raccolta e rigenerazione di rifiuti sull’idea di economia circolare.
La ricetta sul tema del lavoro è piuttosto chiara: “Semplificare le procedure, riducendo la burocrazia e le limitazioni imposte dall’Europa. Basta con direttive e regolamenti vessatori, come denunciato dai lavoratori del settore agricolo con le proteste degli ultimi mesi. Una corretta applicazione della Bolkestein. Lo stop alla concorrenza sleale. Aprire il mercato UE alle produzioni provenienti da Paesi extra-europei soltanto se rispettano gli standard sociali e ambientali richiesti ai nostri prodotti. Questo e tanto altro, per tutelare il Made in Italy e sviluppare il nostro tessuto produttivo”, chiosa D’Ambrosio.