Bruxelles. Il programma europeo “Leader” per un approccio partecipativo dal basso verso l’alto alla politica di sviluppo rurale risulta costoso e comporta procedure di approvazione lente. È quanto emerge da una nuova relazione della Corte dei conti europea, pubblicata oggi. L’audit prende in esame l’approccio applicato da Bruxelles a progetti in zone rurali, urbane e costiere per cui sono stati programmati finanziamenti fino a 9,2 miliardi di euro nel periodo 2014-2020. Lo scopo sarebbe stato sfruttare le competenze e l’esperienza delle comunità locali per definire i loro bisogni di sviluppo. Secondo i revisori, però, non è dimostrato a sufficienza che i benefici abbiano superato i rischi e i costi: oltre 1 miliardo di euro (ossia un quarto della spesa totale) alla fine del 2020.
Per esempio, “i gruppi di azione locale spesso non sono rappresentativi, dato che le donne e i giovani sono presenti solo marginalmente”, sostiene la Corte. Inoltre, “le domande di progetti e le procedure di approvazione, che possono comprendere sino a otto fasi, restano troppo complicate e lente” perciò “solo il 39% dei progetti è stato finanziato dagli Stati membri”. E “molti dei progetti esaminati avrebbero potuto essere finanziati da altri fondi Ue a costi inferiori”, sottolinea Eva Lindström, membro della Corte responsabile dell’audit. Al momento, la Commissione europea sta esaminando la pertinenza, l’efficacia, l’efficienza, la coerenza e il valore aggiunto di Leader, ma la valutazione non sarà pubblicata prima del prossimo anno.