L’Aquila. “L’Abruzzo non è la regione dei tre mari, ma una terra che scivola ogni giorno di più ai margini del Paese. Il rapporto Eurispes è impietoso: la nostra regione è all’ottavo posto per esclusione sociale, economica e istituzionale, con un indice di 101,8 che non è una cifra di cui gioire, ma un dato che svela la distanza abissale tra la propaganda di Marsilio e la realtà vissuta dagli abruzzesi”, così Daniele Marinelli, segretario regionale del Partito Democratico e il capogruppo regionale Silvio Paolucci commentano i dati diffusi dal rapporto, che mettono in luce criticità drammatiche sul fronte del lavoro, dei servizi, della coesione sociale e delle opportunità per i giovani.
“Mentre il presidente e la sua giunta continuano a dipingere un Abruzzo che non esiste, le persone fanno i conti con disoccupazione, precarietà, fuga dei talenti, povertà crescente e servizi pubblici sempre più fragili – aggiungono Marinelli e Paolucci – . Comprendiamo la forte preoccupazione della Uil, che facciamo nostra di fronte a una posizione volutamente incosciente del governo regionale. Perché l’Abruzzo oggi, dicono i dati, è una regione che si svuota, dove i giovani non trovano spazio e le famiglie faticano a reggere. E di fronte a tutto questo la Regione resta immobile, chiusa nella sua autoreferenzialità, incapace di programmare e di costruire risposte vere.
I due esponebti PD sottolineano come: “in quasi tutti gli ambiti, dal lavoro ai servizi, dall’inclusione sociale alla partecipazione culturale, l’Abruzzo sia in fascia medio-alta di esclusione, cioè fra le regioni peggio messe. Né il posizionamento sulla sanità, ovvero il 32 per cento dei cittadini e cittadine che si dice sodfisfatto, basta a compensare anni di diseguaglianze, perché il 9,2 per cento rinuncia a curarsi o è preda di inefficienze e ferite profonde aperte: il deficit, le liste d’attesa interminabili, la carenza di personale sanitario, le disuguaglianze territoriali e ritardi nell’attuazione delle case di comunità che continuano a pesare sui cittadini, per non parlare della triste vicenda dei farmaci oncologici mancanti. Com’è possibile che la destra non veda tutto questo? Serve un cambio di passo radicale – concludono- . Bisogna tornare alla programmazione, coinvolgere territori, sindaci, forze sociali e mettere i fondi europei al servizio della comunità, non della propaganda. Questa Regione ha smarrito la direzione e chi la guida continua a raccontare un’altra realtà con il solo scopo di mantenere potere e consenso. Ma la realtà vera, quella che vivono ogni giorno lavoratori, giovani e famiglie, non può più essere ignorata”.