L’Aquila.“La crisi di cui si apprende oggi relativa al gruppo Conad Iper che produrrebbe, stando ai dati diramati dalle parti sociali 135 licenziamenti, va affrontata subito, senza perdere tempo”, così il gruppo pd alla regione Abruzzo,”la regione si faccia garante dei lavoratori e delle famiglie e istituisca un tavolo per interloquire con l’azienda e attivare tutte le tutele possibili”. Indispensabile condividere un percorso istituzionale per frenare la crescita di vertenze che si chiudono con la perdita di posti di lavoro, reclamano i consiglieri Silvio Paolucci, Antonio Blasioli e Dino Pepe: “Non è possibile che l’Abruzzo accetti supinamente questi tagli, aggiungendoli agli altri derivanti da chiusure di attività, fabbriche e imprese, comunicate ai lavoratori all’ultimo momento, basti ricordare cos’è accaduto alla Faist. Dietro ogni posto perso c’è una famiglia in difficoltà e c’è la necessità di intervenire per reintrodurre quella forza lavoro licenziata in una posizione attiva sul nostro mercato. Ne va della sicurezza sociale della nostra comunità regionale, ma ne risentirà anche la nostra economia, in modo sostanziale”.
“Prepareremo un’interpellanza per mobilitare l’esecutivo subito, ma anche per impegnarlo in futuro: meno di un mese fa il centrosinistra ha depositato la prima proposta di legge quadro sul lavoro che l’Abruzzo ricordi. Nel testo”, continuano i consiglieri in quota pd,”ci sono precise misure destinate proprio a casi simili, nello specifico: sia il sostegno straordinario al reddito delle famiglie di lavoratori espulsi dal mercato del lavoro a causa di crisi aziendali, sia il reinserimento dei lavoratori espulsi a causa di crisi o ristrutturazione aziendale con un contribuito alle imprese che assumono lavoratori inseriti in liste di mobilità collettiva o interessati da licenziamento collettivo e sia il contratto regionale di ricollocazione, destinato invece ai percettori di Naspi per agevolarne non solo la tutela, ma proprio le politiche attive in ambiti lavorativi”.
“Bisogna muoversi e usare le risorse per questo fine, prima che fare una triste conta dei casi su cui non si può più intervenire. Una strada, quella della ricerca di soluzioni possibili, a cui non può mancare la presenza e la condivisione delle azioni con le parti sociali, sempre più tagliate fuori dalle scelte che riguardano unità lavorative che non sono numeri”.
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