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Tangenti postsisma, 6 arresti. Silenzio in cambio di soldi. Indagava anche il capitano Ultimo

Redazione Centrale di Redazione Centrale
27 Luglio 2015
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L’Aquila. I Carabinieri del Comando per la Tutela dell’Ambiente, in collaborazione con il Raggruppamento Operativo Speciale ed il Comando provinciale Carabinieri di L’Aquila, stanno eseguendo in queste ore una serie di misure cautelari ecarabinieri-arresto-e1402341147144 di sequestri a carico di imprenditori ed ex amministratori locali nell’ambito dei puntellamenti degli edifici danneggiati dal sisma del 6 aprile del 2009 e della ricostruzione in generale. Secondo indiscrezioni sarebbero cinque le persone arrestate, su richiesta della Dda dell’Aquila, di cui quattro imprenditori e un politico.

GLI ARRESTI. “Le indagini sono state svolte da Ultimo, l’ufficiale dei carabinieri che arrestò Totò Riina”. Così il procuratore distrettuale antimafia dell’Aquila, Fausto Cardella, annunciando in una conferenza stampa la presenza di Sergio De Caprio nell’inchiesta denominata ‘Redde rationem’ della Procura distrettuale antimafia dell’Aquila sugli appalti della ricostruzione che ha portato all’emissione di sei misure cautelari (cinque domiciliari e un obbligo di dimora e obbligo di firma) e 13 avvisi di garanzia.

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LE ACCUSE. Turbativa d’asta è una delle numerose accuse contestate agli indagati nell’ambito dell’ operazione dei carabinieri che ruota intorno agli appalti per la ricostruzione post terremoto dell’Aquila. Secondo quanto si è appreso, sarebbero coinvolti imprenditori, ex politici e anche dipendenti pubblici in un collegamento tra politica e appalti per la ricostruzione di edifici pubblici definiti dall’accusa ‘simbolici’: una delle figure di spicco sarebbe l’ex consigliere comunale di centrodestra Pierluigi Tancredi, dimessosi dopo il sisma, già finito ai domiciliari nel gennaio dello scorso anno nell’ambito di una indagine della polizia (‘Do ut des’) sempre sulla ricostruzione che ha coinvolto il Comune dell’Aquila, causando le dimissioni del sindaco, Massimo Cialente, che le ha successivamente ritirate, e dell’allora vice sindaco Roberto Riga, uscito di scena dalla politica. Tancredi che è stato anche assessore ai tempi della giunta di centrodestra guidata da Biagio Tempesta, è funzionario della Asl provinciale dell’ Aquila. All’operazione stanno partecipando oltre 80 carabinieri che stanno operando oltre che all’Aquila, nelle province di Teramo e Chieti ed anche nel litorale laziale: a tale proposito, uno degli indagati è stato bloccato all’isola di Ponza (Latina). Le misure cautelari sono state eseguite, sono ancora in corso perquisizioni e sequestri dell’operazione coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica dell’Aquila.

NUOVE INDAGINI. L’inchiesta, ha spiegato Cardella in una conferenza stampa, è collegata a quella del gennaio 2014 denominata ‘Do ut des’ attuata dalla squadra mobile che ha portato ai domiciliari l’ex consigliere comunale e assessore di centrodestra Pierluigi Tancredi, indagine che ha coinvolto il comune dell’Aquila. “Si tratta dello sviluppo investigativo di un dato già in possesso dell’ufficio ed emerso in un’altra indagine sulla ricostruzione, che è stato sviluppato dal Ros – ha detto Cardella – sono intervenuti anche i vigili del fuoco con accertamenti svolti in loco nei cantieri, sia per le loro competenze, sia perché destano meno attenzione”. Secondo il procuratore “episodi di corruzione datati sono stati rivitalizzati dal comportamento degli indagati, uno dei quali ha chiesto di essere ulteriormente finanziato altrimenti avrebbe rivelato alla magistratura quello che non aveva detto. Noi abbiamo colto l’invito e siamo pronti ad aspettarlo”. Il riferimento è a Tancredi, ritenuto una figura di spicco, già ai domiciliari lo scorso 2014 che nella conferenza stampa e’ stato definito ex uomo politico.

SOLDI PER TACERE.  “Potevo dire tante cose alla magistratura e non le ho dette, per questo ti chiedo un aiuto economico”. Questa, in sintesi, una delle richieste di denaro fatte da una delle figure di spicco dell’indagine, l’ex consigliere comunale di centrodestra Pierluigi Tancredi, arrestato e posto ai domiciliari, svelate dal sostituto procuratore Antonietta Picardi nell’ambito della nuova inchiesta sulla ricostruzione dell’Aquila, denominata ‘Redde rationem’ e collegata a quella ‘Do ut des’ del gennaio 2014. “All’epoca dei puntellamenti aquilani ci fu un pactum sceleris tra imprenditori e quello che all’epoca era un rappresentante politico. Attualmente chiede pagamento per il suo silenzio con la magistratura”, ha detto il pm in riferimento a Tancredi del quale non pronuncia il nome definendolo ex politico. Il pm ha spiegato che “se avesse rivestito ancora un incarico pubblico sarebbe stata concussione, ora si configura invece la tentata estorsione”. Tancredi dopo essere stato eletto dopo il sisma fu nominato consigliere delegato per la ricostruzione beni culturali, poi dimessosi dall’incarico in seguito alle polemiche, e successivamente anche da consigliere comunale. Picardi ha ricordato la parabola del Vangelo di Luca dove si “chiede conto” appunto a un amministratore infedele per spiegare l’origine del nome dell’indagine.

 

PERQUISIZIONI. Sono state fatte  a San Demetrio ne’ Vestini (L’Aquila) nell’abitazione di un imprenditore di Teramo e all’Aquila nella sede della sua società edile. Nel mirino degli inquirenti dunque una serie di vicende di corruzione legate alla ricostruzione post terremoto dell’Aquila, in particolar modo i lavori di puntellamento affidati dopo l’ottenimento di presunte tangenti. Nella vicenda vi sarebbero stati ricatti ed estorsioni. Maggiori dettagli verranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terra’ alle 11 negli uffici della Procura della Repubblica a Bazzano.

 

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