Chieti. Da splendida cornice la natura incontaminata del Parco della Majella, che il 5 e il 6 aprile scorso ha ospitato le unità cinofile del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) per una Esercitazione Cinofila Interregionale di Ricerca in Superficie. Conduttori di Abruzzo, Marche, Umbria, Lazio, Puglia e Calabria si sono dati appuntamento a Passo Lanciano e tra gli arbusti, i boschi e i ruderi hanno voluto testare le capacità di ricerca dei propri cani. Ai fedeli compagni a quattro zampe, che in questi due giorni hanno affrontato situazioni molto diverse l’una dall’altra, non è stato chiesto altro se non di giocare. Si gioca per imparare ma lo si fa in modo mirato, senza distrazioni superflue né dispendio inutile di energie. “Durante una ricerca il cane deve saper fare delle scelte ed è importante che sia lucido – spiega Diego Antonucci, responsabile regionale delle unità cinofile del Soccorso Alpino dell’Abruzzo. “Mantenere lucidità non vuol dire perdere il senso del gioco, ma bisogna distinguere tra la sovraeccitazione dell’animale e la motivazione alla ricerca”. “Se il cane è eccitato è in balia degli eventi – continua Antonucci – e la sua capacità di ricerca, che a sua volta è anche la capacità di continuare a giocare, potrebbe esaurirsi in breve tempo. Ciò che cerchiamo di instillare nel cane è invece la motivazione, lo stimolo a non perdere di vista l’obiettivo nonostante le difficoltà oggettive di un’operazione di soccorso”. In sostanza i figuranti che si prestano a una esercitazione di ricerca in superficie si comportano esattamente come un disperso. Inginocchiati, a pancia in giù, spaventati su un albero, il cane si trova a gestire una situazione che sia il più fedele possibile alla realtà. Dunque un gioco altamente costruttivo, reso ancor più divertente dalla presenza di manicotti e palline che il figurante può stringere tra le braccia e che all’occorrenza fungono da ricompensa per il ben fatto.