Alba Adriatica. Si chiude con l’assoluzione di tutti gli imputati il processo per l’epidemia di enteriti e gastroenteriti che nel 2010 portò in ospedale numerose persone, tra cui molti bambini, che si trovavano in vacanza ad Alba Adriatica (Teramo). A giudizio, davanti al giudice Flavio Conciatori, erano finite sei persone, tra gli allora vertici del Ruzzo e della controllata Spt, con accuse che andavano dal disastro ambientale all’epidemia colposa fino alle lesioni: Giacomo Di Pietro, Gian Mario Fabbi, Domenico Giambuzzi, Enrico Maria Giuseppe Bisanzio, Alfonso Cuccodrillo e Domenico De Flavis; per quest’ultimo il giudice ha disposto il non doversi procedere per la morte dell’imputato.
Per capire le ragioni dell’assoluzione bisognerà attendere il deposito delle motivazioni, ma è presumibile che a segnare la strada sia stata la super perizia rimessa dai consulenti nominati dal Tribunale. Se l’accusa aveva infatti individuato un nesso di causalità tra i
malori avvertiti da cittadini e turisti e l’inquinamento del Torrente Vibrata e, di conseguenza, del tratto di mare antistante Alba Adriatica, imputandolo al malfunzionamento dei sei depuratori della Val Vibrata, gestiti all’epoca proprio dalla Ruzzo Reti, i periti del Tribunale erano arrivati a conclusioni diverse. Per i due professionisti, infatti, tutti gli impianti di depurazione “incriminati” (quelli di Villa Rosa-Alba Adriatica, Corropoli, Sant’Omero, Nereto e Sant’Egidio alla Vibrata), negli anni 2007-2010, “erano proporzionati e
funzionali alla corretta attività di depurazione delle acque reflue”, con lo stato di alterazione delle acque del Torrente Vibrata connesso alla forte presenza di scarichi abusivi.