Sulmona. La misura è colma, il livello massimo di sopportazione è stato abbondantemente superato, adesso è l’ora della mobilitazione.
Il trasferimento del servizio di Endoscopia dell’Ospedale di Sulmona è di nuovo e per l’ennesima volta la rappresentazione plastica della totale disattenzione verso un territorio e la sua comunità che ha visto in questi anni un impoverimento continuo e costante dei servizi pubblici ad essa dedicati. Complice la semplificazione, la comodità e l’incapacità di governare gli eventi. La programmazione e la pianificazione hanno innanzitutto un principio da seguire: la tutela della salute, la prevenzione e la cura attraverso un sistema sanitario universale, gratuito, uguale ed esigibile per tutte e tutti e di prossimità.
Solo attraverso investimenti in servizi pubblici è possibile invertire la tendenza allo spopolamento che da anni sta colpendo il territorio peligno, eppure la direzione strategica della ASL compie atti amministrativi che vanno in direzione diametralmente opposta. Offende una comunità, svilisce un territorio, compie atti unilaterali, gestisce ed amministra con l’unico mantra della riduzione dei costi e della salvaguardia del bilancio. Questa direzione strategica dimostra, ancora una volta, di non conoscere il territorio, le sue fragilità e le potenzialità che questo esprime, ma soprattutto dimostra tutta la sua indifferenza verso i bisogni sanitari di un’area vasta come quella peligno-sangrina. È arrivato di nuovo il momento di far sentire la nostra voce, di difendere anche con i nostri corpi un territorio e la sua comunità e per questa ragione saremo davanti all’Ospedale di Sulmona venerdì 11 agosto alle ore 10.30 a manifestare la nostra contrarietà alla decisione di trasferimento del servizio di Endoscopia.
Il nostro è un appello rivolto alla popolazione, alle Istituzioni ed alle forze politiche ed associative. Se non ora quando? Se non fermiamo ora la deriva, la falla rischia di essere talmente ampia da compromettere irrimediabilmente i diritti di cittadine, cittadini, lavoratrici e lavoratori. La nostra comunità merita rispetto, dignità ed attenzione, merita un progetto di ripresa e valorizzazione.