E’ in atto una ripresa dei contagi in tutta Italia, iniziata fra 10 e 12 giorni fa, testimoniata da un aumento nel rapporto fra i casi positivi e i casi testati (ossia il numero dei tamponi al netto di quelli fatti più volte alla stessa persona). E’ quanto emerge dall’analisi condotta dal matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac). Si tratta di una sorta di fotografia della situazione di due settimane fa e “soltanto nella prima settimana di gennaio – osserva l’esperto – potremo vedere gli effetti delle misure restrittive entrate in vigore a ridosso del Natale, che ci si augura possano contrastare l’aumento dei casi che si sta registrando”
. Per questo, secondo Sebastiani, occorre cautela prima di decidere sulla riapertura delle scuole. Quest’ultima è infatti una delle principali incognite di gennaio.
“La riapertura delle scuole – osserva – se si riparte il 7 gennaio, senza conoscere ancora l’effetto delle misure di contenimento durante il periodo delle feste”. Un’altra incognita è nel fatto che gennaio, con le sue temperature più rigide, “è periodo in cui i virus veicolano di più, compresi quelli dell’influenza”. C’è poi l’incognita della trasmissibilità e del ruolo che potrebbe giocare la comparsa della cosiddetta variante inglese del virus Sars Cov2 nella diffusione dei contagi. L’analisi, basata sulla differenza percentuale tra i valori di queste grandezze rispetto ai valori di una settimana prima, indica che “il periodo di stasi registrato nella prima metà di dicembre è terminato e che – osserva Sebastiani – conferma il cambio di tendenza anche una ripresa dei ricoveri, sia nei reparti Covid sia nelle unità di terapia intensiva.