L’Aquila. Le scuole potrebbero non riaprire il 3 aprile, che cade di venerdì e, dunque, chi svolge la settimana corta dovrebbe rientrare lunedì 6.
“Chiediamo almeno, sempre che l’emergenza sanitaria subisca un miglioramento, il rinvio della riapertura al 15, data prevista dall’inizio dell’anno scolastico dopo le vacanze pasquali. Tornare sui banchi il 6, infatti, non avrebbe senso, anche perché, oltre a vanificare i sacrifici di queste settimane, mercoledì 8 sarebbe l’ultimo giorno utile prima dello stop di Pasqua”, ha dichiarato il presidente nazionale dell’associazione sindacale Anief.
I virologi hanno fatto una previsione precisa: si potrà, forse, debellare il virus in 6/8 settimane, dunque verso metà maggio.
Il decreto “Cura Italia” non contiene alcun riferimento al nuovo suono della campanella nelle classi. E nemmeno la ministra Azzolina ne ha parlato nella sua ultima diretta Facebook. Ha solo ribadito la volontà e la stringente necessità di bandire i concorsi per il reclutamento dei docenti tra fine maggio e inizi giugno. Obiettivi: stabilizzare i precari e ridurre la “supplentite” a settembre. Ma sarà davvero una strada praticabile?
Intanto gli insegnanti proseguono la didattica a distanza e non hanno interrotto il percorso didattico: stanno sperimentando nuove strade, senza aver avuto una formazione adeguata perché è successo tutto all’improvviso. Diverse piattaforme online, come weschool, Skype per videoconferenze/lezioni sincrone e il registro elettronico giungono in soccorso e permettono anche di modernizzare il dialogo educativo.