Chieti. Un grido d’allarme che arriva direttamente da tutti gli studenti e i giovani precari, nel pieno dell’emergenza coronavirus. Aprile è arrivato, ma non ci sono ancora decreti che chiariscano la situazione che stanno vivendo gli studenti e i precari in merito ad affitti e utenze. “Dove sono i nostri diritti?”: questo chiedono a gran voce i giovani al Governo.
“Oggi”, sottolineano, “noi studenti e giovani precari di tutta Italia ci siamo riuniti per portare avanti una lotta che purtroppo continua a rimane silente e rilegata al nostro ‘piccolo’, e questo non è giusto. Questo ci ha portato a rivolgerci ai giornali sperando che questo nostro grido possa ‘viaggiare’ il più lontano possibile. Questa emergenza globale ha condotto anche noi studenti, fra cui tanti fuori sede, e precari a rinunce di ogni tipologia. E tra queste anche quella di lavorare e ricevere un introito che ci faceva vivere o che nel nostro piccolo ci permetteva di non gravare sulle nostre famiglie per sostenere il nostro corso di studi, la nostra vita. Famiglie che ora sono in difficoltà come tutti”.
“E quindi adesso?”, chiedono i tanti studenti, “nei vari decreti emanati dallo Stato si parla di didattica a distanza, di sostegno alla spesa attraverso i buoni pasto, di cassa integrazione. Ma noi, che dobbiamo continuare a pagare affitti e utenze? Dove siamo? Noi che nonostante tutto stiamo seguendo alla lettera le regole che il governo ha adottato e che abbiamo sempre pagato ogni mese l’affitto e le bollette? Adesso che siamo noi a chiedere un aiuto allo Stato, dov’è?”.
“Con la campagna lanciata”, precisano, “già da inizio emergenza, da parte della rete giovanile Noi Restiamo insieme al sindacato Asia USB, stiamo utilizzando tutti mezzi a disposizione per fare pressione al Governo e Regioni, ma nel frattempo viviamo in balia di zero garanzie. Ci mettiamo anche nei panni dei nostri proprietari di casa”, concludono, “che comunque hanno delle tasse da pagare e magari recepiscono la loro mensilità tramite il nostro affitto. E proprio per questo pensiamo che la soluzione non può che venire dal Governo e regioni. Perché nessuno vuole far nulla?”.


