Teramo. Una situazione “insostenibile, che non permette di garantire i livelli minimi di sicurezza e che pregiudica l’assolvimento dei doveri istituzionali, quali ad esempio i servizi di traduzione dei detenuti nei luoghi di cura e Tribunali, in media 1000 servizi l’anno”. Questo l’allarme lanciato dal sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, che ha inviato al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, una lettera con la quale denuncia la situazione del carcere di Castrogno, in particolare facendo riferimento alla “grave carenza di organico della Polizia Penitenziaria” e chiedendo l’incremento del personale e lo stanziamento di risorse economiche per l’edilizia penitenziaria.
Il sindaco riassume i termini della vicenda facendo riferimento alle informazioni acquisite direttamente, durante le visite istituzionali effettuate come primo cittadino, e alle considerazioni “puntuali e dettagliate”, poste dal Sappe, l’organizzazione sindacale più rappresentativa del personale del Corpo di Polizia Penitenziaria. D’Alberto condivide la “viva preoccupazione” espressa dall’organizzazione sindacale per la gravissima situazione “causata dal mancato turn-over del personale posto in quiescenza nei decorsi anni e mai reintegrato”. Non manca poi di sottolineare il “grave nocumento che lo stato delle cose arreca non solo all’ordine e alla sicurezza interna all’istituto, ma anche e soprattutto all’integrità psicofisica del personale stesso, penalizzato da un sistematico ricorso al lavoro straordinario”.
Il sindaco di Teramo sottolinea che all’istituto penitenziario di Teramo “le unità effettive sono 133. Il quadro è pertanto fortemente in difetto: la carenza è di 83 unità, circa il 40% in meno dell’organico previsto a fronte invece di un surplus e sovraffollamento di detenuti pari al 30%, 430 detenuti di media giornaliera”.