Roma. Arrivato questa mattina il via libera definitivo del Senato all’istituzione della commissione di inchiesta finalizzata a indagare sulla scomparsa di Mirella Gregori (avvenuta a Roma il 7 maggio 1983) e di Emanuela Orlandi (verificatasi, sempre nella Capitale, il 22 giugno 1983). Il voto è avvenuto per alzata di mano: tutti favorevoli, un solo astenuto, Pierferdinando Casini, e un voto contrario (Roberto Menia, FdI). Al termine, il risultato è stato accolto da un lungo e caloroso applauso.
Il dibattito
Nel corso del dibattito, Casini ha dichiarato la sua astensione (“per rispetto del dolore alle famiglie”), chiedendo comunque alla Commissione di seguire “non sollecitazioni esterne, giornalistiche e dei talk show”, ma “il rigore”, rispettando il dovere del Parlamento di non interferire “con indagini giudiziarie in corso, proprio per il rispetto nei confronti della magistratura.”
Maurizio Gasparri (FI) ha dichiarato: “Cerchiamo la verità, non il teatrino”, auspicando che non si ripeta quanto accaduto nei mesi scorsi “in alcune trasmissioni tv” e aggiungendo: “Noi rispettiamo le famiglie, ma la Commissione di inchiesta non deve essere luogo di aggressione ai santi, dove poi però non si debba parlare di altri.”
Per Susanna Campione (FdI) lo Stato deve “portare luce” e deve impegnarsi in tal senso “con ogni mezzo, compresa l’istituzione di una commissione d’inchiesta che ci riporti indietro raccogliendo tutti i dati e selezionando quelli utili alla ricerca della verità. Lo dobbiamo al nostro Paese, alla famiglia Orlandi, alla famiglia Gregori e anche a tutti noi.”
Simona Malpezzi (Pd) ritiene che finalità della Commissione sia di lasciarsi alle spalle “tutto quello che c’è stato in quarant’anni di depistaggi, di ricostruzioni a volte fantasiose, di mitomani che si sono sovrapposti o hanno provato a cancellare qualsivoglia percorso che potesse portare alla verità.”
Ivan Scalfarotto (Italia viva) considera: “Temo che scovare nuovi elementi sarà un lavoro assai difficile, un compito impegnativo, perché sono oggettivamente passati 40 anni.”
Per Alessandra Maiorino (M5s), è uno sforzo dovuto “al Paese intero”.
I commenti
“Sono contento, aspettavo con fiducia questa notizia”, è il commento di Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, da sempre impegnato nella ricerca della verità sulla scomparsa della sorella. “Questa commissione potrà fare tantissimo. Sono convinto che arriveremo alla verità, non potrà essere occultata per sempre. Ringrazio i senatori che hanno votato.” “Questa commissione potrà fare tanto”, ha ribadito, “più di quanto può fare l’inchiesta vaticana.”
“Siamo contenti, ci auguriamo che la commissione d’inchiesta parta quanto prima. Sono contenta di questa ‘intromissione perniciosa’ del Parlamento in questa vicenda”. queste le parole di Laura Sgrò, l’avvocato della famiglia Orlandi, che richiamano l’espressione utilizzata tempo fa dal promotore di Giustizia Vaticano Alessandro Diddi che aveva appunto definito ‘intromissione perniciosa’ l’eventuale commissione d’inchiesta. “Buon lavoro ai parlamentari che si occuperanno di questa vicenda che aspetta la verità da quarant’anni”, ha concluso Sgrò.
Maria Antonietta Gregori, sorella di Mirella, ha commentato la notizia dicendosi molto “contenta ed emozionata”. “Finalmente”, ha dichiarato, “è stata istituita la commissione d’inchiesta per far luce sulla scomparsa di mia sorella, è legge. Spero che possa partire il prima possibile, nonostante ci sia stato qualche arresto. Spero che ora i senatori possano lavorare e i lavori andare avanti in maniera spedita. Io parlo per Mirella e non voglio che diventi sempre la solita cittadina di serie B.”
L’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta, che va ad aggiungersi a due filoni di indagini già in corso sul medesimo caso, “crea precedenti pericolosi”. È quanto dichiarato al Foglio da Pier Ferdinando Casini, che ha prospettato il rischio che tale approccio giunga a costituire un precedente ed a legittimare una prassi.