Roma. Lo scioccante scenario emerge da alcuni nastri, di cui si è insistentemente parlato in questi giorni, parte di una lunga intervista, risalente al 2009, in cui è incisa la voce di un malavitoso romano di spicco, socio in affari del boss della Banda della Magliana Renato De Pedis, che vantava numerosi appoggi in Vaticano.
Lo rivela, in queste ore, il Riformista. Secondo “C.U.” – le iniziali sono di fantasia, il citato quotidiano assicura di conoscere la sua vera identità – Mirella Gregori (scomparsa il 7 maggio 1983) e Emanuela Orlandi (scomparsa il 22 giugno 1983) avrebbero frequentato gli appartamenti più riservati del Vaticano, dove avrebbero subito molestie e rapporti sessuali con alti prelati. È per questo che, secondo lo scenario prospettato, dovevano scomparire. Incaricato di ciò, sarebbe stato proprio De Pedis.
“Quando la cosa era diventata una schifezza il segretario di stato Casaroli ha deciso di intervenire”, questa l’esatta trascrizione di uno dei passaggi più importanti dell’intervista, in cui l’ex socio di De Pedis rivela il movente della doppia sparizione. E intervenire “non direttamente”, sempre secondo la testimonianza, ma coinvolgendo “i cappellani del carcere di Regina Coeli”. I nomi di battesimo di questi prelati sono chiaramente rivelati dall’ex socio di De Pedis e quindi facilmente identificabili.
“Con questa verità non ci fate niente”, aggiunge il malavitoso all’autore dell’intervista, Alessandro Ambrosini. Emerge infatti un particolare forse ancora più agghiacciante: importanti uomini di Stato sarebbero stati al corrente di tutto, informati dallo stesso sodale del boss.
“Nando [nome di un’esponente dei Servizi che sarebbe stato a conoscenza di tutti i particolari] a te ti trasferiscono, a me m’ammazzano”, riferisce l’intervistato raccontando di un incontro avuto con esponenti degli apparati di sicurezza e conclude: “questo è uno strano Paese, la verità non interessa a nessuno”.
Nel 2008, l’ex socio di De Pedis incontra Alessandro Ambrosini rivelando la sua verità sulla vicenda vaticana. Rifiuta di essere ripreso, ma la sua voce viene registrata. Ambrosini è un ex attivista di estrema destra, cronista di nera e gestore del blog Notte criminale, vera bibbia underground per i cultori della materia. Al Riformista e in un video pubblicato sul suo sito, spiega cosa lo ha spinto a mantenere inedita questa storia per ben quattordici anni. “Dal 2009 è cambiato molto nella comprensione di questa vicenda. Le ultime acquisizioni confermano il contesto che mi è stato raccontato. Non ultima la testimonianza di una amica della Orlandi che ha rivelato le confidenze ricevute direttamente da lei: era stata molestata all’interno del Vaticano”. Ambrosini afferma di averne parlato con Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela che non ha mai smesso di cercare la verità: “Mi ha ringraziato”, dice Ambrosini. La ragione per cui Ambrosini ha scelto di non rendere noto il nome dell’autore di queste scioccanti rivelazioni è semplice: tutelare il teste, oggi in libertà, e consentire possibili indagini.
Emanuela Orlandi: prima della scomparsa, forse “attenzioni” da un alto prelato