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Marsilio: ferro di cavallo è una discarica sociale. E scoppia la polemica, critiche da Baldini

Andrea Rosati di Andrea Rosati
11 Gennaio 2020
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Pescara. Torna a far parlare di sé, la visita dello scorso 9 gennaio del presidente di Regione Marco Marsilio che, accompagnato dalle istituzioni locali, tra cui anche il sindaco di Pescara Carlo Masci, e le forze dell’ordine, ha fatto visita ai comitati cittadini di Rancitelli. Nell’occasione, il presidente di Regione ha promesso di abbattere il “Ferro di Cavallo”, affermando anche che il complesso residenziale di via Tavo non è altro che una “discarica sociale”.

Per questo motivo, l’ex-candidato sindaco ha scritto un lungo post su Facebook criticando “l’infelice frase” di Marsilio, reo di paragonare tutti i cittadini di periferia alla spazzatura. Di seguito, riportiamo il post completo pubblicato da Gianluca Baldini.

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“Ieri il presidente di regione, accompagnato da consiglieri regionali, sindaco e consiglieri comunali, insomma da tutti i rappresentanti del centrodestra pescarese, è andato a Rancitelli a promettere l’abbattimento del ferro di cavallo definendolo una “discarica sociale”. A parte l’infelicità dell’espressione che equipara le persone che vivono ai margini alla spazzatura, un linguaggio che caratterizza una certa (in)cultura politica alla quale appartiene Marsilio, mi domando se sia prudente promettere di risolvere il problema della concentrazione delle marginalità in un’area della città promuovendo l’abbattimento degli edifici.

Non solo perché, visto che non si è riusciti ad accelerare sugli sgomberi degli abusivi per mancanza di fondi, dubito vi siano le risorse per abbattere, riqualificare e soprattutto ricollocare le centinaia di persone che rimarrebbero senza casa (problema, quest’ultimo, di cui nessuno parla). Ma anche e soprattutto perché le esperienze passate, dalle più remote alle più recenti, dimostrano che la repressione non è che un tassello del puzzle, che non risolve nulla se non è accompagnata da interventi di inclusione e integrazione sociale. Rancitelli ha bisogno di vivere: di servizi pubblici che richiamino l’offerta di servizi privati, della presenza costante delle istituzioni in ogni aspetto della vita collettiva. Di questo si era parlato in campagna elettorale.

Avevano promesso di portarci una stazione dei vigili urbani, un ufficio del sindaco, di presidiare la zona anche attraverso la decentralizzazione dei servizi e degli eventi. Ad oggi sono rimasti proclami e questa passerella condita di parole sgradevolissime ha consolidato la mia convinzione che i problemi non si vogliano risolvere.”

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