Avezzano. Qualche mese fa mi aveva inviato la foto di un tramonto su WhatsApp. “È quello che vedo da casa mia”. Uno spettacolo della natura.
Paolo Guadagni era così. Sapeva stupirti. Non era solo il giornalista firma storica del Centro e volto noto della Tv locale da decenni. Non era solo il reporter pioniere della cronaca locale, cronista attento e affidabile, grande conoscitore della sua terra, dei marsicani ed esperto di cronaca nera. Era anche un uomo sensibile, amante della natura. Era esperto di funghi e ricopriva il ruolo di presidente del Gema ed era stato segretario dell’Istituto per l’Agricoltura “Serpieri” di Avezzano per anni.
Paolo non era soltanto il giornalista sempre in prima linea, sempre sul posto prima dei giovani cronisti nonostante i suoi 73 anni, presentatore del tg locale della sera. Era anche una persona silenziosa, riflessiva, attenta a ogni particolare, buona, amica di tutti.
Ma Paolo Guadagni era anche quello che ti telefonava incazzato se non gli rispondevi al telefono alla prima chiamata, quello che alle cene era sempre il primo ad arrivare e a portare i funghi, quello che ad alta voce mi sfotteva con una battuta in conferenza stampa davanti ai più alti vertici regionali delle forze dell’ordine, quello che aveva sempre la battuta pronta e una parola di ottimismo per tutti.
Paolo è morto all’ospedale dell’Aquila dopo due mesi di sofferenza. Dopo l’intervento del 12 gennaio non poteva più fare il giornalista, quello che amava. Questa era la sua sofferenza. Se ne è andato mentre era ricoverato in un letto di ospedale, da solo, perché i protocolli covid portano anche a questo.
Ma lui sentiva l’affetto dei figli Vincenzo e Maria Teresa e della moglie Elena. E sapeva che vicino a lui c’erano tante persone, tanti amici, tanti colleghi che non lo dimenticheranno mai.
Ciao Paolo.