Modena. Due anni fa, nelle prime ore di venerdì 18 novembre 2022, Alice Neri, 32 anni, viene brutalmente uccisa. Qualcuno le infligge numerosi colpi di arma bianca, pone il suo corpo senza vita nel bagagliaio della sua Ford Fiesta e dà la vettura alle fiamme, dileguandosi.
Per la Procura che effettua le indagini, il responsabile dell’omicidio è il trentenne tunisino Mohamed Gaaloul, catturato in seguito all’estero e attualmente sottoposto a processo. Per l’accusa, ogni elemento convergerebbe sull’uomo, attestando il suo coinvolgimento nel delitto. Per la difesa, le indagini rivelano carenze e incompletezze e la responsabilità dell’uomo risulterebbe tutt’altro che comprovata.
La verità senza ombre
“Speriamo che ogni udienza sia un contributo a raggiungere la verità e a capire cos’è successo senza ombre e senza dubbi, per arrivare in fondo a tutto questo con serenità, senza tanti punti lasciati in sospeso”, auspica il marito della giovane vittima, Nicholas Negrini, intervistato oggi dalla Gazzetta di Modena.
“Io chiedo semplicemente giustizia per quello che è accaduto. E vorrei arrivare senza alcun tipo di dubbio e senza ombre alla fine di tutta questa vicenda. È questa l’esigenza profonda per cui cerchiamo una risposta in tribunale”, ribadisce nella medesima intervista.
L’interrogatorio del “terzo uomo”
Nel corso dell’udienza tenutasi mercoledì scorso, Negrini era in aula e ha assistito all’interrogatorio del cosiddetto “terzo uomo”, il collega di lavoro di Alice, con cui – a quanto riportato dai giornali – la donna avrebbe avuto una relazione.
L’uomo, sposato con tre figli, non mai stato sottoposto a indagine e risulta estraneo ai fatti. La moglie ha infatti sempre confermato il suo alibi e nulla è emerso dalle intercettazioni telefoniche tra i due. Il fatto che la notte del delitto, contrariamente a quanto di solito accadeva, il cellulare del “terzo uomo” fosse spento, non è stato ritenuto elemento significativo.
La fine della storia
A quanto riportato da Il Sussidiario – che menziona una recente puntata della trasmissione Quarto Grado, in onda su Rete4 – in aula il soggetto avrebbe riferito di aver avuto una relazione con Alice Neri e di avervi posto fine poco prima del delitto. Secondo le amiche di Alice, sarebbe invece stata lei a concludere il rapporto.
Resterebbe da chiarire, prosegue il quotidiano, perché, il giorno successivo alla rottura, lui e Alice si siano scambiati messaggi confidenziali e perché le telecamere di sorveglianza abbiano ripreso le loro auto proprio la mattina del 17 novembre.
La migliore amica di Alice, Carlotta, ha raccontato in trasmissione che la giovane si sarebbe sentita oppressa e intimorita dall’interesse che il “terzo uomo” nutriva nei suoi confronti: “Sembrava molto preso dalle sue parole, mentre Alice non più di quanto pensasse l’altro evidentemente. Non accettava il fatto che Alice lo avesse allontanato.”
Il soggetto le lasciava biglietti e regalini, le inviava numerosi messaggi. “Ritenendo che la cosa stesse andando oltre un’amicizia ha preferito chiudere i rapporti”, ha aggiunto Carlotta. “L’ultima volta che ci siamo visti mi aveva detto che questa persona stava diventando un po’ troppo presente.”
Gli incontri successivi
La giovane avrebbe però incontrato l’uomo anche dopo la fine del loro rapporto. E, a quanto riferito dalla trasmissione di Rete4, i consulenti dell’avvocato di Nicholas Negrini sarebbero riusciti ad appurare che tali incontri non erano stati amichevoli. In un bar, proprio qualche giorno prima del delitto, “si sono spinti, ho sentito solo una frase, ‘sto facendo un aperitivo con i colleghi di lavoro’”, racconta una testimone. “Secondo quanto ho capito, lei gli ha detto che non doveva venire.”
Un altro testimone riporta un attrito tra Alice e il soggetto nel parcheggio del bar: “Li ho visti discutere animatamente, tanto che si sono spintonati.”
Resta, ovviamente, da valutare se circostanze del genere siano correlate al delitto o se quest’ultimo sia scaturito da dinamiche e interazioni del tutto differenti.
Domande
Commentando la deposizione in aula del “terzo uomo”, Nicholas Negrini ha detto: “Erano colleghi e amici con Alice, e lo ha ammesso. L’ho visto un po’ nervoso in alcuni passaggi. Personalmente, la sua deposizione mi ha fatto nascere delle domande, per cui vorrei dei chiarimenti. È stata comunque senza dubbio un’udienza interessante per capire alcune dinamiche: vediamo se può portare a un contributo per chiarire bene cos’è successo quella notte.”
Queste le parole dell’avvocato Antonio Ingoria, legale del marito di Alice, riportate dal Sussidiario: “Lui quella notte ha detto che il cellulare era spento e che è sempre rimasto a casa, la Procura ritiene che ha un alibi di ferro ma noi non siamo della stessa opinione, andavano fatte indagini più approfondite.”