L’Aquila. “Il 35% della popolazione carceraria italiana è detenuta per aver violato il dpr 309 del 90, il Testo unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza: questo significa che il problema del sovraffollamento carcerario, certificato ogni anno dall’Associazione Antigone e che oggi tocca la quota del 115%, si risolverebbe semplicemente operando meglio, non solo con lo sviluppo di politiche che mirino al reinserimento del detenuto -oggi oggetto di stigma sociale a vita nonostante l’espiazione della pena- ma anche attuando meccanismi di prevenzione primaria che evitino la caduta nelle dipendenze patologiche” così, in una nota, l’onorevole Francesca Troiano del Gruppo misto.
“In questo attribuisco un grande ruolo alla scuola, istituto in cui è necessario che ci sia una rivoluzione culturale perché le capacità cognitive non possono farla da padrone su tutto: i programmi scolastici necessitano di alfabetizzazione emozionale e dello sviluppo dell’intelligenza emotiva. Queste competenze permettono di gestire meglio gli eventi stressanti favorendo lo sviluppo di strategie di coping (per gestire gli eventi stressanti, appunto) efficaci. Oltre a fortificare il ruolo di agenzie educative come la famiglia e i centri di aggregazione laico/religiosi con politiche social ad hoc” prosegue Troiano.
“Oggi è cambiata la modalità di abuso di sostanze stupefacenti, con sempre maggiori casi di poli-abusi, dipendenze da più sostanze contemporaneamente. Questo richiede un nuovo approccio da parte della politica, di rieducazione, reinserimento, e la valutazione dell’utilizzo di istituti penitenziari di secondo livello al posto del carcere istituzionale, istituti che vengono utilizzati ancora in maniera troppo blanda”. Secondo Troiano, “in Italia si deve operare meglio per il futuro, preparando alla scarcerazione e prevedendo il reinserimento nella società a 360 gradi: oggi stiamo facilitando con i nostri pregiudizi l’aumento di sacche di criminalità”.