L’Aquila. Dalle prime ore del mattino e’ in corso nelle province dell’Aquila e di Napoli un’operazione dei carabinieri del Comando provinciale aquilano tesa a stroncare un traffico di cocaina e hashish tra la Campania e il capoluogo abruzzese. Cinque le persone arrestate delle quali 3 in carcere e 2 agli arresti domiciliari. Sono inoltre in corso 22 perquisizioni domiciliari nei confronti di altrettanti indagati. Nella sola provincia dell’Aquila sono oltre 70 i carabinieri impiegati nell’operazione. I provvedimenti sono stati firmati dal giudice per le indagini preliminari del tribunale dell’Aquila Giuseppe Romano Gargarella, su richiesta del pubblico ministero titolare dell’ inchiesta, Fabio Picuti. Una volta giunti a L’Aquila, i criminali potevano contare su diverse basi logistiche per custodire lo stupefacente: in primo luogo le proprie abitazione, prese in locazione, ma anche alcuni locali della S.I.A.L. – Servizi Igiene Ambientale L’Aquila S.r.l. (risultata assolutamente estranea ai fatti) e dei quali avevano la materiale disponibilita’. L’organizzazione poteva addirittura contare su un “servizio di manutenzione” dei propri veicoli che venivano fatti verificare da un complice dell’organizzazione, meccanico di professione, che curava il controllo delle autovetture per accertarsi che non fossero stati installati sistemi di controllo. Il trio poteva inoltre contare su una serie di soggetti locali che acquistavano quantitativi piu’ elevati per cederli a loro volta a clienti fissi, ben conosciuti. Venditori e clienti si conoscevano bene ed il fatto di evitare contatti con soggetti nuovi dava all’organizzazione l’idea di essere tutto sommato ben protetta. Questa convinzione era in parte fondata, basti pensare che dei “clienti” ben dieci risultano indagati con l’accusa di “favoreggiamento personale” per aver aiutato gli indagati ad eludere le investigazioni dei carabinieri negando ai militari di aver acquistato sostanza stupefacente e riferendo di avere con loro solo meri rapporti di lavoro o di amicizia. Un tentativo certamente vano a fronte delle investigazioni condotte dai carabinieri che, coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica, Fabio Picuti, in un periodo che va dall’ottobre 2012 all’agosto 2013, hanno documentato l’attivita’ di cessione di cocaina ed hashish, in maniera scrupolosa, suffragando le proprie intuizioni investigative con una pluralita’ di fonti di prova, che vanno ben oltre le normali attivita’ tecniche, comprendendo accertamenti ed acquisizioni documentali, servizi di osservazione, controllo e pedinamento (alcuni dei quali corroborati da riprese fotografiche o video), sequestri di droga, controllo ed identificazione dei clienti, perquisizioni personali e veicolari. Ne e’ scaturito un quadro investigativo decisamente puntuale, nel quale sono state individuate le principali piazze dello spaccio locale, per lo piu’ luoghi di passaggio, in vari punti della citta’, ma anche aree commerciali molto frequentate e tali da garantire un sostanziale anonimato nella confusione globale, ma anche bar e locali piuttosto noti, anche in ragione della natura di alcuni clienti.