Teramo. “E’ deceduto nel mentre prestava la sua opera, cosi’ come ha sempre fatto, con il massimo della dedizione. Matteo Palladino, assistente capo di polizia penitenziaria di 54 anni, in servizio presso il carcere teramano di Castrogno, ha perso la vita durante lo svolgimento del servizio in uno degli istituti di pena maggiormente interessato da una situazione di grave crisi strutturale ed organizzativa”. A darne notizia e’ Mauro Nardella segretario confederale Uil. “Il poliziotto sarebbe stato richiamato in servizio dalla vicina contrada “Villa mosca” dove abitava, cosi’ come spesso accadeva, in regime di straordinario. Troppo stress in un contesto cosi’ brutale qual e’ quello di un carcere cosi’ mal messo siamo convinti abbiano costruito quel cocktail micidiale incapace di fare reggere, al cuore finanche dei piu’ forti, i ritmi ai quali e’ stato sottoposto”, afferma Nardella.
“L’amministrazione penitenziaria si deve interrogare sul perche’ al giorno di oggi ci si deve sobbarcare di cosi’ elevati carichi di lavoro. I poliziotti penitenziari si ritrovano a vestire i panni di autentiche cavie dal momento in cui, dopo la riforma pensionistica del 1995, si ritrovano a dover svolgere finanche 20 anni in piu’ rispetto a chi li ha preceduti. Non ci si deve meravigliare, quindi, se oggi contiamo decine di morti tra suicidi e morti naturali in carcere. La Uil teme che questi sono solo i primi esiti di una riforma destinata a produrre ulteriori danni se non verra’ contrastata”, continua il sindacalista. “La Uil si dice sgomenta della notizia ricevuta. Matteo era persona mite e di grande volonta’. Ci stringiamo attorno alla famiglia consapevoli del dolore che li sta colpendo”, conclude Nardella.


