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Dove cantano le favole: lo spettacolo teatrale multietnico ieri all’auditorium del Parco (Gallery)

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
27 Giugno 2016
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L’Aquila. “Dove cantano le favole” è uno spettacolo teatrale molto particolare. I protagonisti sono ragazzi venuti da Paesi lontani: Nigeria, Costa D’Avorio, Gambia, Afghanistan, per citarne alcuni. Ospiti dei centri SPRAR di Pizzoli, L’Aquila e Castel del Monte, insieme ad ArtistiAquilani onlus, hanno dato vita a questo progetto di musica e parole, messo in scena ieri all’Auditorium del Parco, in occasione della Festa Nazionale della Creatività.

Siamo nel 1955. L’americana Rosa Parks è seduta su un autobus a Montgomery, in Alabama; sale un bianco eIMG_2387 l’autista le intima di alzarsi. Lei decide di non farlo. Da quel semplice gesto partirà la lotta contro le norme sulla segregazione negli Stati Uniti, che stabilivano la separazione di bianchi e neri in tutti i luoghi pubblici, dai mezzi di trasporto alle scuole. Su quello stesso autobus è ambientato idealmente il racconto. “Questo autobus diventa un tappeto volante tra le storie e i desideri di quanti vogliano contribuire all’affermazione dei diritti di donne e uomini in viaggio verso una vita migliore, invitandoci a proseguire il nostro cammino anche quando il vento è contrario”.

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I ragazzi si sono alternati nella rappresentazione di favole antiche, hanno condiviso le loro storie con il pubblico, danzando e cantando; ad accompagnarli le musiche degli ArtistiAquilani.

“Il mio nome è Sikandar, e se fossi in voi guarderei i miei piedi”, recita un giovane ragazzo mentre lo spettacolo volge al termine. Sikandar è un ragazzo di 21 anni nato in Afghanistan. E’ partito dal suo Paese in guerra da decenni, ha attraversato diversi Stati ed è arrivato in Italia dopo un lungo peregrinare. Dalla sua difficile storia, non molto IMG_2404diversa da quella dei suoi compagni, è nata la canzone “A Piedi”.

Tanti sono i modi concreti per fare integrazione, come hanno mostrato i video proiettati prima dello spettacolo: la sala prove della JamRock Records è stata ad esempio il luogo in cui sperimentare i laboratori musicali, mentre Castel del Monte ha ospitato corsi di costruzione del giocattolo tradizionale ed etnico. Quest’ultima iniziativa è stata curata dalle associazioni FantaCadabra e 180 amici onlus ed ha visto la partecipazione della Comunità 24 luglio e dei bambini del paese; giochi di età e culture diverse si sono incontrati nella creazione artigianale di piccoli oggetti di legno. I vistosi mascheroni che hanno arricchito la scenografia sono invece nati dalle mani dei ragazzi del progetto SPRAR di Pizzoli guidate dall’esperienza della Libera Pupazzeria di Roio Piano: le maschere africane hanno incontrato la tradizionale pupazza abruzzese, dando vita a manufatti che sono stati successivamente modificati in funzione delle storie narrate nella messa in scena. @DiegoRenzi

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