Pescara. Dopo 10 anni arriva l’ok per l’appalto più costoso della sanità pescarese, quasi 40 milioni di euro. Lo scorso 12 maggio con l’approvazione della delibera la Asl ha affidato l’appalto per il servizio della manutenzione edile, degli impianti e dell’energia a diverse imprese raggruppate nel consorzio nazionale (Csn) di Bologna e dall’azienda Omnia servitia s.r.l. di Pescara. L’importo dell’appalto ammonta a 36 milioni di euro per una durata di 5 anni, affidato al Csn e alla Omnia che hanno presentato la proposta più “economica”. Al via, dunque, la stipula del contratto nonostante i due ricorsi ancora pendenti della Asl che non rappresentano un ostacolo per l’affidamento dell’appalto di 36 milioni di euro. Lo afferma in una relazione il direttore generale Claudio D’Amario e firmata da Lo Mele, presidente della commissione Asl, e dal responsabile del procedimento Luigi Lauriola. “Allo stato dell’arte”, sottolinea il documento, “nulla-osta all’aggiudicazione definitiva dell’appalto in favore del Cns e della Omnia servitia, nonché alla sottoscrizione del contratto”. Un appalto in 10 anni. Il caso dell’appalto del servizio globale dell’energia e della manutenzione edile e degli impianti dei tre ospedali pescaresi riporta al 2004 e alla gestione dell’allora direttore generale Angelo Cordone: una storia travagliata tra gare d’appalto sospese e revocate e ricorsi, dal Tar di Pescara fino alla Corte di Cassazione. Con la gara d’appalto ferma, la Asl si è ritrovata ad affidare proroghe su proroghe all’associazione temporanea di imprese tra la Siram, una delle ditte escluse, e la Omnia servitia, la vincitrice, “con possibilità di successivo atto di subappalto”, come raccontano le vecchie delibere. Le proroghe sono avvenute “nelle more della nuova gara” bandita, poi, nel 2011 con D’Amario al vertice Asl. Il caso giudiziario della Asl non è ancora chiuso e la delibera della Asl spiega perché: “Le ditte escluse hanno proposto impugnazione al Consiglio di Stato che, alla data odierna, non si è ancora pronunciato”.