L’Aquila. Inizia da domani, con il Patrocinio dell’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali ecclesiastici della Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Italiana, la XXVII edizione di “Chiese Aperte” evento nazionale ideato e organizzato da Archeoclub d’Italia che vede come protagonista in primo piano anche l’Abruzzo.
“Durante la pandemia abbiamo restaurato pale, affreschi, opere importanti del patrimonio culturale italiano”, dichiara Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale Archeoclub d’Italia, “queste opere verranno mostrate per la prima volta alla stampa e all’opinione pubblica. Ad esempio a Messina due importanti pale del tardo ‘500 presso la Chiesa della Madonna della Mercede. Nel Lazio, nella Cattedrale di S.Cesareo a Terracina studi recenti su un’opera attribuita a Roberto D’Oderisio, seguace del Giotto. Nelle Marche a Corinaldo entreremo nella Chiesa di Santa Maria in Portuno ora Madonna del Piano. L’edificio edificato sopra un edificio di epoca romana dedicato al dio fluviale Portuno si trova lungo il fiume Cesano”.
“Daremo la possibilità al pubblico e alla stampa di vedere opere davvero importanti che sono state restaurate durante il Covid”, prosegue, “ad esempio a Messina due importanti pale del tardo ‘500 presso la Chiesa della Madonna della Mercede sono state restaurate di recente e per la prima volta verranno mostrate al pubblico. Nel Lazio, nella Cattedrale di S.Cesareo a Terracina studi recenti su un’opera attribuita a Roberto D’Oderisio, seguace del Giotto, e le vedremo. Nelle Marche a Corinaldo entreremo nella Chiesa di Santa Maria in Portuno ora Madonna del Piano. È una chiesa che è stata edificata sopra un edificio di epoca romana dedicato al dio fluviale Portuno si trova lungo il fiume Cesano. In Campania, ad Atripalda vedremo la chiesa di San Nicola da Tolentino ad Atripalda, conosciuta anche come “oratorio”, danneggiata dal terremoto del 1980, poi recuperata. A Jesi apertura della chiesa di San Marco e affreschi della Scuola Riminese. E ci sarà anche Dante Alighieri. In Puglia c’è la chiesa di San Pietro Tra conchiglie e fiori andremo alla scoperta di un gioiello barocco nel Centro antico di Molfetta. Daremo la possibilità di entrare in chiese spesso chiuse ma con un grande patrimonio culturale o ancora in siti ecclesiastici che allo stesso tempo rappresentano anche una grande risorsa culturale, archeologica della nostra Italia. Colgo l’occasione per ringraziare tutte le Diocesi, i Comuni e tutte le sedi locali e regionali di Archeoclub d’Italia. Insieme stiamo promuovendo questo Paese nella fase della sua ripartenza. Il 21 Ottobre Tour per la stampa ai Musei Capitolini di Roma, alla vigilia del cinquantesimo Congresso Nazionale di Archeoclub d’Italia del 22 Ottobre all’Università “La Sapienza” . Poi dal 28 al 30 di Ottobre Press Tour nei siti archeologici del casertano, in Campania con replica dal 14 al 16 Novembre ed ancora Press Tour a Positano per scoprire e conoscere un patrimonio archeologico sconosciuto”.
In Abruzzo gli eventi si dipanano da Crecchio fino all’Aquila. “C’è un paesino che si chiama Crecchio, si trova in provincia di Chieti. “Chiese Aperte” si svolgerà anche in questo borgo dell’Abruzzo. Per l’occasione visiteremo il Santuario di Santa Elisabetta. La chiesa costruita nel XVI sec. ma pesantemente danneggiata nel secondo conflitto mondiale fra il 1943-1944”, ha proseguito sempre Santanastasio, “è stata ricostruita nel 1955 dal Genio Civile, pur con notevoli cambiamenti. Conserva al suo interno: una statua lignea di Santa Elisabetta assisa con in braccio S. Giovanni Battista, un bellissimo esempio di scultura lignea abruzzese del 1400, probabilmente realizzata dalla bottega di Nicola da Guardiagrele, fu restaurata nel 1946 dopo la fine della seconda guerra mondiale; una tela della Madonna che abbraccia Santa Elisabetta opera di Tommaso Alessandrino di Ortona realizzata nel 1635 che prima del secondo conflitto mondiale circondava la nicchia della santa posta sopra l’altare maggiore. Attende ancora un restauro; numerosi ex-voto fra cui tele di arte popolare del XIX secolo che raffigurano le grazie ricevute dalla Santa; arredo liturgico realizzato in pietra della Maiella dal Maestro Tonino Santeusanio nel 1986”.
Ma c’è anche un paese che si chiama Moscufo, è in Abruzzo regione che ospiterà molteplici eventi: “A Massa D’Albe, in provincia De L’Aquila, in Abruzzo”, ha proseguito sempre Santanastasio, “dove visiteremo la chiesa di Santa Maria in Valle Porclaneta che è uno dei più interessanti esempi di arte romanica abruzzese. L’edificio, un tempo parte di un monastero benedettino, risale all’XI secolo ed è legato ai Berardi, Conti dei Marsi che lo donarono a Montecassino. L’aula, a tre navate divise da arcate rette da pilastri, sormontati dai capitelli originali dell’XI secolo, contiene pregevoli arredi liturgici, costituiti da ambone, iconostasi e ciborio, collocabili cronologicamente intorno alla metà del XII secolo e firmati da Roberto e Nicodemo, forse entrambi della stessa famiglia di scultori e stuccatori che realizzò altre opere nelle chiese monastiche abruzzesi. Particolarmente pregevole è la rara trabeazione lignea dell’iconostasi, uno dei pochi esempi conservati nelle forme originali. Ciborio ed ambone al nuovo tema tipicamente romanico dei tralci vegetali abitati sovrappone i motivi ad intreccio della tradizione scultorea altomedievale, riproposti con grande perizia, e citazioni desunte da un repertorio decorativo ricco di suggestioni dell’arte orientale e islamica”. L’appuntamento è per Domenica 10 Ottobre alle ore 10 e 30”.
Nel borgo di Moscufo, Chiesa di S. Maria del Lago. “La Chiesa di S. Maria del Lago sorge fuori dal borgo di Moscufo a ridosso del cimitero e sarà visitabile dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 15 e 30 alle 19, di Domenica 10 Ottobre. Il toponimo richiama un bosco sacro (lucus) che fa derivare la sua origine a un luogo di culto pagano romano. La Chiesa è di fondazione altomedievale”, ha proseguito sempre Santanastasio, “ma ebbe il suo massimo splendore nel XI secolo quando venne corredata di uno splendido apparato scultoreo riscontrabile nel portale, nelle monofore absidali, nelle cornici marcapiano e all’interno nei capitelli delle colonne. All’interno spicca il maestoso ambone decorato in stucco colorato che fu realizzato dal Maestro Nicodemo da Guardiagrele nel 1159, come ricorda la data impressa sul manufatto lungo la balaustra della scalinata di accesso. Vi sono rappresentate scene bibliche e simboliche della magnanimità di Dio”.
A L’ Aquila visita all’Oratorio di San Giuseppe dei Mimi e alla Chiesa della SS. Annunziata. “L’Oratorio di San Giuseppe dei Minimi si trova in via Roio a L’Aquila nei pressi della piazza del Duomo. L’Oratorio fu edificato nel XVII dalla Confraternita del Suffragio e venduto nella seconda metà del ‘700 alla Confraternita di San Giuseppe dei Minimi che ne determinò la denominazione e lo restaurò nelle attuali forme barocche. Oggi, la facciata, dopo una sistemazione degli anni ‘30 del ‘900, presenta una gradevole muratura rustica in pietra calcarea locale, con coronamento “a capanna”, con portale e due finestre ogivali laterali, risalenti ad epoca medievale Della fase settecentesca”, ha proseguito sempre Santanastasio, “all’esterno, rimane un campanile “a vela” tipologia diffusa nelle chiese cittadine e riconducibile ai restauri o alle ricostruzioni degli edifici sacri dopo il sisma del 1703. L’interno è caratterizzato da una forma ellittica, da eleganti decorazioni in stucco dei tre altari, delle porte di passaggio e dei balconi sovrapposti che lo rendono uno dei migliori esempi di tardo barocco della città. Visite Domenica 10 Ottobre dalle ore 16”.
A Colle di Roio c’è la chiesa della SS. Annunziata. “Chiese Aperte” sarà anche con visite alla chiesa della SS. Annunziata a partire dalle ore 10 e 45 di Domenica 10 Ottobre. La chiesa della SS. Annunziata si trova a Colle di Roio, frazione dell’Aquila, inserita in un ambiente naturale di particolare pregio. Ha origini molto antiche e i numerosi affreschi al suo interno svelano una ricchezza artistica che la semplicità dell’edificio non fa immaginare. Una lapide testimonia l’anno della consacrazione: 1178. La chiesa fu edificata probabilmente su un antico edificio di epoca romana”, “, ha proseguito sempre Santanastasio, “e vari elementi lapidei di tale epoca sono incastonati nella facciata e all’interno. La facciata è piana, molto semplice, tipica delle chiese pievane del territorio, un portale e un oculo la completano. La chiesa presenta sia sulle pareti della navata, sia sulla parete d’altare numerosi affreschi datati dal ‘300 al ‘500 in parte scoperti e restaurati dopo il sisma del 2009 in occasione del restauro. Rappresentano un vero tesoro conservato in questa piccola chiesa di campagna. Chi vorrà visitarla potrà ammirare opere d’arte in un ambiente naturale di particolare pregio”.