L’Aquila. Questa mattina fronte del rogo sul Gran Sasso si era esteso. Oltre al focolaio sulla cima del monte Siella, nel territorio comunale di Farindola, zona del del punto di distacco della valanga del 18 gennaio scorso, un altro focolaio, sempre sul monte Siella, ha interessato il versante teramano, nel territorio comunale di Arsita. Nell’area sono entrati in azione quattro mezzi aerei: tre canadair e un elicottero.
Domato l’incendio divampato a Fonte Velica a Campo Imperatore versante aquilano del Gran Sasso d’Italia che per giorni ha tenuto impegnate sul campo molti operatori, a partire da numerose squadre dei Vigili del Fuoco. Ma secondo quanto si e’ appreso, non e’ possibile cominciare la bonifica perche’ la temperatura della terra e’ troppo elevata, sia per le fiamme spente da poco sia per le alte temperature. Questa opera iniziera’ quando ci sara’ un maggiore raffreddamento. A condurre le operazioni saranno i vigili del fuoco che sono stati in prima linea unitamente a protezione civile e a carabinieri forestali. Non e’ ancora stata fatta la stima dei danni.
Prime risultanze della verifica amministrativa attivata dal presidente del parco nazionale Gran Sasso Monti della Laga, Tommaso
Navarra, sui danni dell’incendio appena domato a Campo Imperatore, nel versante aquilano del Gran Sasso d’Italia. “Sul Gran Sasso è stato distrutto dalle fiamme un rimboschimento di 30-40 anni fa, ma non una macchia autoctona secolare, di 400 anni fa”. “Anche se la superficie bruciata, di cui non si conosce l’entita’ porta ad un bilancio comunque molto grave – aggiunge – questo fatto costituisce una consolazione, sia pure magra, in riferimento all’incendio sul Gran Sasso”. Dalle prime risultanze della verifica amministrativa è emerso inoltre che l’Ente Parco, nella persona del direttore, Domenico Nicoletti, aveva firmato l’autorizzazione alla manifestazione sugli ovini promossa dalla Camera di Commercio di L’Aquila che ha richiamato 30mila persone a Campo Imperatore proprio nel giorno in cui e’ divampato l’incendio.