L’Aquila. Quando un Governo decide di intervenire su una materia così importante come quella del terremoto, in generale ci si aspetta un approccio di una certa importanza, che dia una certa impronta anche ai territori che hanno subito queste calamità naturali ed in questo caso effettivamente è stato così per tutto ciò che riguarda la semplificazione e l’accelerazione dei contratti pubblici per la ricostruzione dei crateri sismici del 2009 che poi, grazie un emendamento, si esteso anche al cratere 2016.
Questa previsione ci sta bene e ci ha visto soddisfatti e favorevoli, come apprezzo il voto favorevole su un mio emendamento che segna un passo importante verso il recupero degli aggregati dei centri storici dei comuni del cratere 2009, intervenendo su edifici diruti e inagibili anche prima del sisma, in possesso di scheda Aedes ,ma non ci stanno bene tante altre cose, ad esempio iniziative emendative proposte sia dalla opposizione, ma anche da parte della maggioranza, nel merito sostanzialmente identiche ma anche nel drafting.
Tante di queste proposte sono state cassate, come ad esempio quelle inerenti la possibilità di superare l’inerzia dei privati, la possibilità di equiparare le retribuzioni dei dipendenti degli uffici di ricostruzione, trattati in maniera differente non si capisce per quale motivo; è stata inoltre cassata la possibilità per gli uffici di ricostruzione dei Comuni del cratere di utilizzare un’istruttoria di tipo semplificato. In questo senso, di fatto, non abbiamo chiesto nulla di nuovo; è solo un fatto che già accade per il cratere sismico del 2016 e volevamo estendere questa semplificazione anche al cratere sismico del 2009.
Ma niente di tutto ciò: occasioni perse che sinceramente lasciano l’amaro in bocca. Potremmo poi parlare di come nel decreto-legge in esame è stato affrontato il tema del superbonus. Dobbiamo ricordare che questo provvedimento nasce poche settimane prima che venisse ideato dal Governo il successivo decreto-legge che ha bloccato la cessione dei crediti. Vorrei raccontare un fatto. Alcuni senatori del partito di maggioranza relativa che sostiene il Governo hanno pensato bene di proporre l’estensione del vecchio superbonus al 110 per cento, quindi il modello del MoVimento 5 Stelle, a tutti i territori del cratere sismico 2009 e 2016 e fino al 2025. Avrei voluto sottoscrivere quella proposta, se non fosse stata ritirata immediatamente, e devo dire che la maggioranza è stata sostanzialmente costretta a farlo, perché il Governo Meloni non era d’accordo. È chiaro: come fa il Governo ad essere d’accordo su un emendamento simile quando ha appena bloccato la cessione dei crediti? È impensabile. Allora la maggioranza si è accontentata di un ordine del giorno blando e vincolato ai limiti della finanza pubblica. Voglio vedere quando verrà scavallato questo limite da parte della maggioranza.