Vasto. “Il fatto che non abbia accettato di buon grado il trasferimento in un altro istituto di pena fa capire quanto sia efficace il metodo utilizzato dal Dipartimento nei confronti di chi chi si erge a paladino della violenza in carcere”, è con queste parole che inizia la sua critica questa volta positiva nei confronti del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria il segretario nazionale Cnpp-Spp Mauro Nardella.
“L’internato che qualche giorno fa ha mandato in ospedale un ispettore e un assistente capo coordinatore di Polizia Penitenziaria, con tanto di 15 giorni di prognosi ciascuno, è stato questa volta prontamente trasferito dal carcere di Contrada Torre Sinello e di questo me ne compiaccio”, prosegue Nardella.
“La notizia del suo trasferimento, che evidentemente non ha accettato bene tanto da portarlo a provocare disservizi e che solo grazie all’intervento dei poliziotti penitenziari di stanza al carcere vastese e dai rinforzi provenienti dalle sedi viciniori sono stati bloccati, fa capire che il metodo è quello giusto”, aggiunge.
“Il fatto che il riottoso internato abbia reagito così in malo modo mi può portare a pensare che sia questa la scelta giusta da intraprendere immediatamente dopo un evento critico di questa portata”, sottolinea Nardella. “Un ristretto che non accetta di essere mandato via mi porterebbe a una sola conclusione, e cioè che la sanzione a lui deliberata dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria funziona e potrebbe rappresentare davvero un ottimo deterrente”, evidenzia.
“Da sempre ci battiamo affinché chi si rende autore di gesti violenti e vigliacchi venga immediatamente trasferito in una località possibilmente molto lontana da dove è avvenuto il fatto”, rimarca Nardella. “Se l’autore di gesti inconsulti arriva a sentirsi praticamente impunito e per di più ‘graziato’ dal punto di vista disciplinare per mancanza di spazi idonei a far scontare sanzioni quali l’esclusione dalle attività in comune, infatti, potrebbe renderlo ancora più criminale di quanto non lo fosse prima”, precisa.
“Vorrei quindi fare i complimenti alla Direzione generale dei detenuti e del trattamento per la scelta intrapresa di trasferire subito il violento internato”, commenta. “Esorto però a rinforzare questo metodo e a renderlo praticabile in tutti gli istituti italiani.”
“Lo Stato deve farsi sentire e questo potrebbe essere un’ottima occasione, oltre al rafforzamento degli organici, per far capire a chi non vuole comprendere che il carcere è un luogo deputato alla rieducazione e al reinserimento e non un posto in cui fare ciò che si vuole. Avanti così!”, conclude Nardella.



