Pescara. Lavoro autonomo in affanno nel nostro Paese, ancor prima dell’arrivo della pandemia da Covid-19: dal 2018 al 2021, infatti, sono andati in fumo 343.000 posti fra gli occupati indipendenti, un segmento che, tuttavia, continua ad investire nel personale, visto che al 31 dicembre dell’anno passato “si contano oltre 41.000 attivazioni nette negli studi professionali, contro le 29.000 rilevate nel 2019”.
In generale, come certificato dall’Inps, i contratti di subordinazione hanno rialzato la testa, se si considera che “le assunzioni, nei primi nove mesi del 2022, sono state 6 milioni 227.000, con un aumento del 17% rispetto allo stesso periodo” dell’annualità precedente, perciò nei primi tre trimestri dell’anno in corso “i flussi nel mercato del lavoro (assunzioni, trasformazioni, cessazioni) hanno completato la ripresa dei livelli prepandemici”.
È contenuta in due diversi documenti, presentati oggi, la fotografia dell’occupazione autonoma e dipendente nazionale: da un lato c’è la rilevazione di Confprofessioni e, dall’altro, l’Osservatorio sul precariato
dell’Istituto di previdenza pubblico. Nel primo si mette in luce come l’aggregato dei liberi professionisti “conti
poco meno di un milione 402.000 soggetti, numeri che corrispondono al 6,2% degli occupati e al 28,5% del
complesso del lavoro indipendente” della Penisola; la Confederazione presieduta da Gaetano Stella, a seguire,
punta i fari sul reddito medio mensile netto dei liberi professionisti che, a cinque anni dalla laurea, è pari a
1.678 euro, mentre quello dei dipendenti si attesta sui 1.625 euro, con la variazione positiva che “appare
particolarmente accentuata tra le professioniste donne (+58%), che “nel 2014 risultavano il gruppo a più basso
reddito tra gli occupati” freschi di titolo di studio e oggi, invece, “hanno una remunerazione più elevata delle
colleghe subordinate”. L’Inps, intanto, insieme alle assunzioni dei primi nove mesi del 2022, che hanno
oltrepassato i 6,2 milioni, rileva pure che le trasformazioni di contratti da tempo determinato nei primi tre
trimestri dell’anno “sono risultate 553.000, in fortissimo continuo aumento, rispetto allo stesso periodo del 2021
(+61%)”, mentre le cessazioni, nei primi nove mesi del 2022, sono state 5 milioni 571.000. Una ‘galassia’,
quella occupazionale, su cui s’è espresso il ministro del Lavoro Marina Calderone, al convegno di
Confprofessioni, garantendo il suo impegno per dare “pari dignità” all’attività degli autonomi e dei dipendenti.