Pescara. Siamo alle solite: il Fosso Vallelunga continua a essere trattato da qualcuno come una discarica a cielo aperto nella quale “lanciare” ogni sorta di rifiuto. Il danno è evidente sul piano estetico, ma soprattutto su quello della tutela della salute pubblica. Sono note le ripetute segnalazioni da parte dei residenti che, nel denunciare la presenza di topi ratti e zanzare, chiedono la “pulizia” del canale. Il problema è che a favorire la presenza dei topi non sono certamente le piante che anzi restituiscono al pur cementato Fosso una certa naturalità, ma proprio quei rifiuti che, chiusi in un sacchetto o anche liberi, qualche ignoto si ostina scorrettamente a gettare nel canale.
Occorre un intervento di pulizia, ma non certo con l’ingresso nel Fosso di mezzi meccanici che nel rimuovere i rifiuti arrecherebbero danno all’habitat fluviale. Bisogna organizzare una raccolta manuale dei sacchetti e degli altri materiali di scarto abbandonati nel sito e contemporaneamente prevedere un sistema di vigilanza (telecamere o altro) che possa consentire di individuare e punire chi viola le più elementari norme di igiene urbana.
Le guardie ambientali Wwf in più occasioni hanno constatato la situazione di degrado del Fosso e hanno provveduto a inviare segnalazioni ad uffici comunali, finora senza esito alcuno. Hanno tra l’altro segnalato persino la presenza di un cavo, sotto il ponte della strada litoranea, staccato e finito in acqua senza che nessuno se ne preoccupi. Trincerarsi dietro il rinvio ad altrui competenze non è accettabile. È necessario invece che la questione venga affrontata e risolta. Anche a tutela della fauna presente che non è certo avvantaggiata dal cibo malsano e dalla plastica che vengono messi a disposizione con i sacchetti abbandonati.
Il Wwf Chieti-Pescara si era già interessato della questione, inviando una propria nota in occasione della Conferenza di servizi istruttoria tenuta in Comune l’8 giugno dello scorso anno su “Fosso Vallelunga – ripristino delle normali condizioni igienico-sanitarie”. Nel testo, facendo riferimento a un breve sopralluogo nel sito tenuto nei giorni precedenti, si riferiva: “è stata constatata una evidente rinaturalizzazione del fosso che, benché in parte cementificato, presenta un habitat idoneo per molte specie di fauna anche tutelata: a mo’ di esempio si cita l’osservazione nelle acque di numerosi avannotti in fase di accrescimento e di alcuni individui adulti di Barbus tyberinus, specie considerata Vu (vulnerabile) nella lista rossa dei vertebrati italiani Iunc; è nota ed evidente inoltre la presenza di anatre, molte con piccoli, tra le altre Anas platyrhynchos. Sono stati notati anche giovani di Gallinula chloropus.
Senza dimenticare che in prossimità della foce risulta occasionalmente segnalata la presenza del Fratino Charadrius alexandrinus, specie ad altissimo rischio per la quale sono in corso in Abruzzo progetti speciali di salvaguardia. Non mancano coppie di Cannaiole Acrocephalus scrirpaceus. Sono stati infine individuati al canto gli Anfibi rana verde e rospo smeraldino. L’acqua del torrente scorreva tranquillamente ed è ben noto che, in relazione a quanto lamentato dai residenti, sono soltanto le acque stagnanti a favorire la proliferazione delle zanzare. Si segnala inoltre la presenza, in tarda mattinata, di diversi sacchi di rifiuti non rimossi alcuni dei quali evidentemente forati da animali. L’abbandono e la permanenza di rifiuti in strada favorisce certamente la presenza di animali indesiderati che invece non hanno particolari vantaggi dalla vegetazione spontanea che ha parzialmente restituito un aspetto naturale al fosso”.
In seguito a quella conferenza di servizi il Comune programmò un intervento di pulizia, effettuato in epoca successiva alla stagione riproduttiva di pesci e uccelli, riducendo la vegetazione. Non è ciò che serve tant’è vero che ora siamo punto e capo e anzi con una situazione persino peggiore. E allora, prima che si rinnovino le proteste, si agisca. Occorre scoraggiare e punire chi abbandona rifiuti al di fuori degli appositi contenitori; ottimizzare la raccolta perché non rimangano buste al di fuori di cassonetti troppo pieni e troppo a lungo; salvaguardare quel poco di natura che miracolosamente sopravvive in città anche attraverso un’azione di informazione rivolta ai residenti poiché la presenza di verde urbano e di ambienti semi-naturali è preziosa anche per la qualità della vita dei cittadini stessi.