“Oggi il diritto all’aborto è minato sotto moltissimi punti di vista – sostengono Annachiara Di Lorenzo, coordinatrice del dipartimento Politiche di Genere dei Gd, e Saverio Gileno, segretario regionale – viene relegato il genere ‘femmina’ ad una maternità che deve essere necessariamente protetta senza tener conto di una identità di genere più ampia e della libera scelta della persona gestante, vi è una non laicità dell’accesso al diritto riproduttivo, confinato alla sola sfera religiosa/morale della società e poco scientifica, c’è l’impossibilità, di fatto, della persona gestante straniera senza nazionalità italiana di poter accedere a questo diritto e va affrontato il tema dell’aborto clandestino derivante dall’impossibilita nella propria regione di abortire”.
Si è discusso, inoltre, del grande tema dell’obiezione di coscienza e ciò che ne deriva all’interno delle strutture preposte alla pratica dell’IVG e dell’inefficacia dei consultori nell’informare i cittadini sulla salute riproduttiva e di offrire servizi consoni alle persone gestanti di qualunque età per poterle aiutare ad abortire o a gestire nel migliore modo possibile la gravidanza voluta.
“Nella nostra regione la situazione è grave e serve mobilitarsi: il governo regionale ha proposto, varie volte, di creare un ‘cimitero dei feti’ e un ‘bosco dei bambini mai nati’, intanto vi è una altissima percentuale di obiezione di coscienza che costringe molte donne a viaggiare da una parte all’altra della regione per riuscire a concretizzare la loro libera scelta di effettuare l’interruzione volontaria di gravidanza. Oggi è fondamentale continuare a parlare e ad agire affinché questo diritto sia a pieno riconosciuto dallo Stato e dalla società stessa, per questo ci mobilitiamo a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare dei ‘Radicali Italiani’ e di ‘Libera di Abortire’ per superare i limiti della legge 194 e aggiornarla”.
Al link la proposta: https://liberadiabortire.it